Penciclopedia

Se la penna vi interessa più della spada

Le bufale: la non troppo “fine” storia della Eversharp

Scritto il 19 Maggio, 2011 | da | 1 Comment

Una delle situazioni che pare dare luogo con più frequenza alla nascita di bufale sembra essere quella relativa alla storia iniziale dei grandi produttori. In questo caso la bufala riguarda la storia iniziale della Wahl-Eversharp, una delle grandi quattro (le Big Four erano i 4 principali produttori americani).

L’azienda nasce nel 1914 lanciando una innovativa matita meccanica denominata Eversharp. Su molti libri viene riportato che non si trattava altro che della commercializzazione e produzione in America della matita meccanica Ever-Sharp creata dall’inventore giapponese Tokuji Hayakawa che due anni prima aveva fondato a Tokyo una omonima compagnia, oggi ancora attiva semplicemente come Sharp.

In realtà la storia è completamente diversa, come riporta David Nishimura, probabilmente il più accanito smascheratore di bufale, in questo dettagliato articolo. Per riassumere in poche righe quanto lì esposto, la realtà è che la matita meccanica Eversharp (senza trattino) venne inventata da Charles Keeran che ne iniziò la produzione nel 1914 circa, e per la quale richiese un brevetto quello stesso anno, riconosciuto l’anno successivo.

Trovatosi in difficoltà nella produzione firmò un contratto di partnership con la Wahl Adding Machines per la produzione delle sue matite, la quale, giocando sulla ristrettezza di capitali di Keeran e limitando la produzione iniziale così che questi non ne acquisisse di sufficienti con le vendite, riuscì ad impadronirsi della sua azienda per lanciarsi in grande stile sul mercato negli anni successivi, dopo averlo estromesso.

Negli anni seguenti la Wahl entrò anche sul mercato delle penne stilografiche acquisendo un’altra azienda, la Boston Pen Company, trasformandosi in uno dei più importanti produttori americani. Ma nell’esporre la propria storia l’azienda creò una sorta di cortina fumogena riguardo le sue non proprio nobili origini, evitando di fare qualunque riferimento a Keeran, visto le modalità senz’altro poco nobili con cui si era impossessata della sua invenzione.

In questo caso le origini della bufala possono essere tracciate all’indietro fino alla storia della Eversharp pubblicata a puntate a partire dal 1979 sul “The Pen Fancier’s Newsletter” a cura di Cliff Lawrence. Non è chiaro se la storia se la sia inventata direttamente lui in base alla somiglianza dei nomi, o abbia avuto altre origini, ma da lì ha finito per propagarsi e venire ripubblicata in maniera più o meno ricamata su parecchi testi dedicati alla storia della stilografica (come quelli di Castruccio e Lambrou) tanto che ancora oggi molti collezionisti la prendono per valida.

Ancora sull’Ancora

Scritto il 11 Maggio, 2011 | da | 2 Comments

Come accennato nel precedente articolo la data di nascita della “Ancora” non é stabilita in maniera sicura. Le tracce documentali sono poche, le uniche certe (almeno a mia conoscenza) sono quelle reperite da Letizia Jacopini (citate nel suo libro ”La storia della stilografica in Italia 1900-1950”) relative all’inizio di una attività a Bologna nel Febbraio del 1918. Lambrou parla, senza conferme, del 1909 (ma è fonte poco credibile anche per molte altre date), e l’attuale detentore del marchio pone le sue origini nel 1919.

Ad aumentare l’incertezza contribuisce un ulteriore pezza d’appoggio, ottenuta di nuovo grazie al materiale recuperato da Francesco Gargiulo, di cui ho già accennato, e che non finirò mai di ringraziare per la sua disponibilità (una galleria con tutte le scansioni del suddetto materiale si può reperire su questa pagina del wiki). Da alcune fatture del 1942, riportate nelle immagini precedenti, emerge infatti che almeno per quanto riguarda le proprie attività Giuseppe Zanini pone una origine ancora più remota, proclamandosi come  “Casa fondata nel 1902“.

E’ abbastanza improbabile che si tratti della data di fondazione della Ancora come fabbrica di stilografiche (un conto sono le attività personali di Zanini, un altro sono quelle imputabili al marchio), ciò non di meno un piccolo dubbio resta. A questo punto non si può sperare, per ottenere un po’ più di sicurezza, che in ulteriori ricerche relative a marchi e creazioni di aziende o nel ritrovamento di altro materiale con qualche ulteriore dettaglio.

Errata corrige: l’età di Giuseppe Zanini

Scritto il 3 Maggio, 2011 | da | 3 Comments

Ancora una correzione che prende spunto dal libro di Letizia Jacopini, che a questo punto non mi sopporterà più,  ma che è tutt’altro che isolata nello sbaglio, dato che lo stesso si trova in bella evidenza anche sul sito dell’Azienda, cosa che alla fine ha indotto molti, me compreso, a perpetrare l’errore.

Il contesto è quello della data di fondazione della Ancora, l’azienda di Giuseppe Zanini, che Lambrou, insieme ad altri autori di libri sulle penne stilografiche, fa risalire al 1909. La data viene considerata poco attendibile, mentre ci sono i documenti (pubblicati sempre su La storia della stilografica in Italia 1900-1950) che attestano la fondazione di una attività commerciale a Bologna nel 1918,  e fanno supporre una data di inizio della produzione di penne Ancora intorno al 1919, come riconosciuto ufficialmente anche dall’azienda stessa nel suo sito, http://www.ancora1919.com.

L’errore consiste nel fatto che, prendendo per buona la data di nascita di Zanini nel 1897, come scritto in bella evidenza in testa alla sezione storica del sito suddetto, si osserva che la fondazione nel 1909 sarebbe poco credibile, in quanto sarebbe stata effettuata da parte di un bimbo di 12 anni. Il punto è che in realtà Zanini è nato nel 1879, come risulta sia dal certificato di nascita pubblicato su quella stessa pagina, sia dalla denuncia di inizio attività presso la Camera di Commercio di Bologna pubblicata sul libro della Jacopini stessa.

Pertanto, nonostante esistano pochi dubbi sulla inattendibilità della data del 1909, (che senso avrebbe l’inizio di una attività di arti grafiche a Bologna nel 1918, se si ha una fabbrica di stilografiche nel 1909?)  l’argomentazione che il 1909 non sarebbe una data attendibile a causa della precoce età di Zanini non ha più senso, dato che in quella data gli anni sarebbero stati 30 e non 12.

L’errore è dovuto molto probabilmente ad un banale errore di trascrizione con l’inversione delle due cifre della data di nascita, ma essendo questa riportata in bella evidenza in cima alla sezione, ha tratto in inganno moltissime persone, fra cui anche il sottoscritto, che lo aveva replicato pari pari sulla pagina dedicata alla Ancora di fountainpen.it.

In questo caso si deve ringraziare per il chiarimento l’utente Zanio di Fountain Pen Network, che stupito per le mie errate argomentazioni relative all’età di Zanini,  derivate dalla data pubblicata sul sito dell’azienda, mi ha fatto notare il clamoroso errore (per gli interessati, questa è la discussione, in inglese…).

Un interessante ritrovamento sulla The King

Scritto il 26 Aprile, 2011 | da | 2 Comments

Come accennato uno dei risultati più interessanti (almeno per me) del Pen Show di Firenze è consistito nel materiale messomi a disposizione con grande disponibilità da Francesco Gargiulo, che con molta accortezza è riusciuto a recuperare l’archivio di un vecchio negozio romano, ottenendo una serie di antiche fatture che possono aiutare a fare luce su alcuni aspetti oscuri della produzione di stilografiche in Italia.

Ho iniziato la pubblicazione del materiale che Francesco mi ha portato a Firenze, sul wiki raccogliendo tutte le sue scansioni in una apposita pagina. Fra queste è risultata molto interessante la citazione di un modello “Olo Flexor”, di cui nella mia ignoranza non avevo mai sentito parlare, in una fattura della Aurora, ma soprattutto una indicazione molto interessante riguardo il marchio The King.

Si tratta infatti di un marchio le cui origini sono alquanto dibattute. C’è chi lo attribuisce, per il ritrovamento di un catalogo presso la Omas e per la somiglianza di alcuni modelli (che però è totalmente assente in quelli più antichi), ad una produzione fatta su ordinazione dalla ditta bolognese, c’é chi invece attribuisce il marchio alla S.A.F.I.S. più nota per il marchio Radius, che secondo alcune testimonianze avrebbe sostituito a partire dal 1935 quello The King nella produzione dell’azienda a causa della italianizzazione forzata dei nomi portata avanti dal regime fascista.

Fattura The King del 1932

Una fattura The King del 1932

Il ritrovamento è la fattura originale della The King riportata a fianco. Non permette di fare luce completa, ma consente di ottenere per la prima volta un documento che permette di mettere alcuni punti fermi. Uno di questi è la presenza di una società che nel 1932 (ma la stessa pare essere citata pure in un rapporto del Politecnico di Torino del 1936, almeno secondo quanto riportato da Letizia Jacopini sul suo libro) ha ragione sociale “The King Società Anonima Torino”. Il secondo punto interessante è la sede, in via Petrarca 10, che non corrisponde con quella, peraltro molto vicina, della S.A.F.I.S.  (via Ormea).

Le ipotesi a questo punto possono essere le più varie: un trasferimento ed un cambio di nome, (ma a questo punto dopo il 1936), la produzione su commissione presso un’azienda vicina (anche geograficamente), una azienda terza? Un fatto pare comunque molto chiaro, la The King, almeno fino al 1932, era una azienda a sé che portava questo nome…

Errata corrige: la Ink-Vue è del 1935

Scritto il 22 Aprile, 2011 | da | No Comments

Spero che Letizia Jacopini non me ne voglia per la mia ulteriore pedanteria, ma il suo testo (La storia della stilografica in Italia 1900-1950, ISBN 8890101210)  è uno dei più interessanti disponibili, e l’ho letto pertanto con estrema curiosità e attenzione, tanto che è la mia fonte primaria di informazione per le marche italiane illustrate sul Wiki di FountainPen.it.

Modelli Waterman del 1935

Modelli Waterman nel 1935

Nel farlo mi è capitato di incappare in un’altra svista marginale, relativa alla data di introduzione del modello Ink-Vue della Waterman, presente a pagina 24 nella voce del glossario in cui si parla di Stile Ink View. Quel modello infatti, come si può notare anche nella pubblicità precedente, venne introdotto nel 1935 e non nel 1936.

Di nuovo si tratta di una imprecisione marginale, che come la precedente non toglie nulla al valore di un testo che a mio avviso resta indispensabile per chi voglia provare ad orientarsi nei labirinti della storia della produzione italiana di penne stilografiche.

Resoconto Pen Show Firenze

Scritto il 18 Aprile, 2011 | da | No Comments

Per quest’ultima manifestazione della linea ininterrotta di Pen Show che si sono tenuti uno dopo l’altro lungo un mese intero passo direttamente al resoconto. Purtroppo la mia macchina fotografica digitale ha deciso di abbandonarmi venerdì scorso e non ho fatto in tempo a procurarmente un’altra per l’occasione.

Il tentativo di sostituirla con il telefonino è purtroppo miseramente fallito, data la scarsa luce interna le foto sono venute tutte orribilmente mosse ed ho deciso di soprassedere alla pubblicazione.

Nonostate la manifestazione di Firenze sia stata l’ultima di una serie molto densa, si è dimostrata un discreto successo, con 18 espositori presenti ed un buon pubblico concentrato principalmente nella mattinata.

Sempre interessanti le penne presenti, anche con poche novità rispetto a Roma; fra queste spiccava però una rara Montblanc Compressor (stesso caricamento della Chilton di cui ho parlato in precedenza).

Al di là delle solite chiacchiere fra collezionisti, stavolta arricchite anche dalle impressioni e dai confronti con le manifestazioni precedenti, e dei soliti passaggi di penne e discussioni sulle riparazioni, nel mio caso l’aspetto più interessante del Pen Show sono stati alcuni documenti che mi sono stati messi a disposizione.

Una pubblicità della Zerollo

Una pubblicità della Zerollo

Fra questi quelli che ad un primo esame sembrano di maggiore rilievo sono le fotocopie di pubblicità e fatture antiche che mi ha portato Francesco, fra cui si trova la seguente pubblicità della Zerollo, la prima che vedo e credo anche la prima che viene pubblicata su web. Altrettanto interessanti le fatture, dalle quali si possono ricavare informazioni e conferme di rilievo, e che inizierò a pubblicare non appena finito con le relative scansioni.

Ma su questi documenti, e sugli altri fornitimi dagli eredi degli ultimi proprietari della Tibaldi, torneremo più avanti.

Resoconto Pen Show di Colonia

Scritto il 13 Aprile, 2011 | da | No Comments

Il Pen Show di Colonia ha la fama di essere uno dei principali, se non il più importante, fra i Pen Show europei. Dopo esservi stato l’anno scorso ho ripetuto l’esperienza anche quest’anno, e nonostante ci sia stato un leggero calo delle presenze (un tavolo è rimasto libero, cosa impensabile fino all’anno scorso) resta comunque ad un livello di partecipazione nettamente superiore a qualunque Pen Show italiano, con quasi quaranta espositori.

La locazione è sempre quella del Tennis Club di Colonia sulla riva destra del Reno, con di fronte i campi da tennis ed ampi prati verdi fino alla riva del fiume, ed una ampia terrazza dove è stato possibile rilassarsi al clima primaverile di una giornata di cielo limpido e sereno.

La sala dell’esposizione però resta di dimensioni piuttosto ridotte e per questo stipata all’inverosimile specie quando dopo le 14.00 è stato aperto l’ingresso al pubblico (la mattina l’accesso è riservato agli espositori, e dopo mezzogiorno si paga per un “early access“). Una formula sostanzialmente diversa da quella in uso da noi.

Tenendosi in Germania il Pen Show ha visto una notevole predominanza di penne tedesche, con una ampia predominanza di Pelikan e Montblanc, regine dell’interesse dei visitatori, e molte penne interessanti di marche considerate minori, come l’incredibile confezione piena di Soennecken riportata nella foto seguente.

Quest’anno a parte Roberto e Tom (che però è solo un residente), non c’erano venditori italiani, e non ho visto, a parte quelle portate da Tom, nessuna penna italiana (e quelle di Tom han ricevuto ben poca attenzione). C’erano però parecchi espositori esteri: americani, giapponesi, indiani, e di altri paesi europei, con la presenza di modelli interessanti sia di penne francesi che inglesi.

Ma a parte la presenza di penne molto rare, ma che in fondo ti puoi aspettare in un Pen Show che si tiene in Germania, come un paio di Pelikan Toledo originali (cioè quelle degli anni ’30, non i rifacimenti attuali) o una Montblanc 12 Ripple, ho avuto anche una inaspettata sorpresa.

Mi è capitata infatti fra le mani (anche se solo per un minuto) una delle penne più rare e ambite che esistono, una Parker Snake, che ha eclissato tutte le altre. Le fotografie al solito non sono venute un gran che, ma dovrebbero comunque rendere l’idea di un capolavoro che teme davvero pochi confronti.

Foto Pen Show di Colonia

Scritto il 10 Aprile, 2011 | da | No Comments

Alcune foto del Pen Show di Colonia, in attesa di scrivere un resoconto più completo.

Resoconto Pen Show Roma 2011

Scritto il 5 Aprile, 2011 | da | 3 Comments

Come promesso segue un resoconto un po’ più dettagliato del Pen Show di Roma, che si può senz’altro definire un grande successo, e che si candida ad essere il più partecipato di quest’anno. Ho contato infatti ben 26 diversi espositori, e a voler essere precisi dovrebbero essere di più dato che ho accorpato alcuni di quelli che han deciso di condividere il proprio tavolo con altri.

La manifestazione si è aperta alle 9.00 di mattina, dopo gli ultimi preparativi per allestire i tavoli. Era presente anche una nutrita pattuglia internazionale, con partecipazioni da Spagna, Belgio, Stati Uniti, Israele, una cosa che ha reso più interessante la l’esposizione (c’erano infatti delle penne americane molto interessanti) e ha dato un respiro più ampio alla manifestazione.

Di particolare impatto anche l’ambientazione nel chiostro della chiesa del 17-simo secolo di Sant’Andrea delle Fratte, un ambiente sicuramente più affascinante rispetto a qualunque sala di albergo, con il vantaggio di poter usufruire di una ottima illuminazione naturale, favorita da una bella giornata di sereno.

Una illuminazione che tra l’altro si è dimostrata essere anche fin troppo buona, costringendo alcuni espositori a spostarsi in zone del chiostro un po’ meno esposte, onde evitare il battere eccessivo sulle proprie penne di un sole primaverile che per il resto ha invece reso molto gradevole tutta la giornata.

L’esposizione ha visto la presenza di molte penne di notevole interesse, purtroppo preso da mille chiacchiere non sono stato capace di fotografare tutto quello che avrei voluto, ed al solito le poche foto che ho fatto non brillano per qualità, ma ne riporto di seguito alcune con una splendida collezione (che non era in vendita) di rientranti laminate, una Omas Extra in celluloide arco, ed una rara Zerollo rivestita in metallo laminato con decorazioni guilloché.

Se la partecipazione degli espositori è stata ampia, quella dei visitatori non lo è stata di meno, la mattinata ha visto un flusso continuo di persone, che si è protratto per buona parte del pomeriggio, coinvolgendo anche persone semplicemente incuriosite dai cartelli posti all’ingresso del chiostro.

Molto nutrita anche la pattuglia di collezionisti storici, con i quali è stato possibile scambiare un sacco di informazioni, a partire dalla discussione con Paolo su quale fosse l’anno effettivo di introduzione sul mercato della Novum della Aurora, sul quale spero possa trovare qualche informazione maggiore nei suoi archivi di vecchie pubblicità.

Altrettanto interessanti le informazioni fornitemi in prima persona da Cliff Harrington (uno dei maggiori esperti a livello mondiale di Wahl Eversharp) sulle varianti di colore della Deco Band, e la storia dell’unico esemplare noto in celluloide corallo che era stato dato in premio al principale negozio Eversharp di Chicago e che era rimasto in esposizione per oltre 30 anni al sole dell’ingresso, di cui lui possiede il cappuccio dato che il resto della penna si è praticamente disintegrato quando venne rimosso dall’espositore.

Infine un sacco di chiacchiere su prezzi e valori delle penne, sui misteriosi motivi per cui certi modelli finiscano per costare così tanto rispetto ad altri nonostante non abbiano nulla di particolare, ed anche qualche piccolo acquisto, su forse cui tornerò con calma in seguito, sempre che riesca a trovare il tempo.

Alla fine è stata una giornata davvero gradevole ed interessante per cui occorre fare le congratulazione all’organizzatore Tom Westerich, che ha ottenuto un risultato positivo sotto tutti gli aspetti ed il cui unico appunto resta quello di essere venuta solo dopo una settimana rispetto a Trieste e prima di altre due Pen Show. Spero davvero che l’anno prossimo ci sia il modo di evitare una concentrazione così elevata di eventi.

Foto Pen Show Roma

Scritto il 3 Aprile, 2011 | da | 1 Comment

Una rapida selezione delle foto del Pen Show di Roma, seguirà un resoconto a breve.

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