



Scritto il 13 Dicembre, 2013 | da piccardi | 6 Comments
La Pilot Kakuno è l’ultima uscita fra le stilografiche di fascia bassa dell’azienda giapponese, ed è una penna chiaramente indirizzata ad un pubblico di studenti e molto giovane.
Si tratta ovviamente di una penna economica, realizzata in plastica a stampo, e pare riprendere la tendenza già vista con la Pelikan Twist, di penne senza fermaglio, pensate forse per essere riposte negli astucci o negli zaini. In questo caso le forme sono meno originali, ed i colori senz’altro meno vistosi. La plastica mi è sembrata, nonostante la sua economicità, di qualità superiore.
Si tratta comunque di una penna estremamente ben realizzata, corpo e cappuccio sono sfaccettati in forma esagonale, così da impedire il rotolamento nonostante l’assenza del fermaglio, ed il cappuccio, ad incastro, riporta pure una linguetta sporgente. L’incastro è morbido ma stabile (anche se solo il tempo potrà stabilirne la resistenza all’usura).
Le linee restano semplici ed essenziali in stile moderno, anche se non hanno il livello di essenzialità di una Lamy Safari che su questo piano resta imbattibile. Della Safari però viene ripresa l’idea dell’impugnatura triangolare, ergonomica, che rende la penna molto comoda da impugnare.
Quello che però distingue davvero questa penna è il pennino, e non certo per la simpatica ed ammiccante faccina che vi è serigrafata sopra…
La penna infatti ha una scorrevolezza da paura, e la misura F (l’altra disponibile è la M) traccia delle linee di finezza impressionante. E nonostante un flusso di precisione chirurgica la penna non perde un colpo anche sulla carta extra-liscia su cui ho fatto le prove.
Se sul piano estetico questa penna non riesce a superare lo stile della Safari o l’originalità della Twist, pur restando gradevole, sul piano della scorrevolezza della scrittura vince a mani basse e si pone come serio concorrente anche ai più scorrevoli dei pennini Sailor. Se amate i tratti “corposi” ed i flussi da pompiere, non è la penna che fa per voi, ma per chi come me ama il fine è un vera delizia.
Ovviamente si tratta di un pennino rigido in acciaio, che però non perde un colpo, ed è capace di farvi scrivere note tranquillamente in grado di fare concorrenza ai tipici caratteri usati per quelle clausole poco simpatiche che si trovano scritta negli angoli più remoti dei contratti. Il caricamento è ovviamente a cartuccia/converter, una scelta obbligata per una penna destinata allo studente medio.
Riassumendo si tratta di una penna economica dotata di una qualità di scrittura di primissimo livello, e che per quanto riguarda la scrittura fine supera agevolemente tutta la produzione europea che conosco, economica o blasonata che sia, ed ha ben poco da invidiare anche rispetto a tutto il resto. Visto il prezzo ridotto un buon punto di partenza per avvicinarsi alle stilografiche.
Finisco al solito con la ormai scontata e banale tabellina dei voti, ripetendo (ancora in modo scontato e banale) il solito avviso che questi sono soltanto una indicazione, viziata in maniera probabilmente irrimediabile dai gusti del recensore:
Come sempre devo ringraziare a Marco Moricci e la Casa della Stilografica per aver messo a disposizione la penna per eseguire le prove (sopportando il mio ingombro in un negozio affollato di clienti del periodo natalizio).
Scritto il 7 Dicembre, 2013 | da piccardi | No Comments
La Uchimizu (o meglio, per esser pignoli, la Sailor Procolor 500 Uchimizu) è una edizione speciale (nel senso che resterà in produzione solo per un tempo limitato) della Sailor. Si tratta di una penna di fascia media/economica, con caricamento a cartuccia, realizzata in plastica colorata trasparente nelle stesse forme della sorella maggiore 1911.
Stilisticamente la penna non si presenta come molto originale, adottando la classica linea a sigaro che spesso viene sommariamente etichettata come “scopiazzatura della Montblanc”, pur essendo stata introdotta nel 1929 dalla Sheaffer ed copiata da allora da tutti i produttori (compresa la realizzazione delle Montblanc degli anni ’50 cui si pensa erroneamente di dare la primogenitura).
Nonostante la scarsa originalità stilistica la penna mantiene comunque un aspetto gradevole (andando sul classico è difficile ottenere cattivi risultati), la realizzazione inoltre, anche se i materiali non sono particolarmente “pregiati” o “preziosi” è veramente eccellente, con finiture ottime e lavorazione dei particolari impeccabile.
La penna appartiene ad una serie dedicata ai colori stagionali, e questa versione attiene all’estate, Uchimizu infatti fa riferimento alle aspersioni di acqua che vengono fatte nei templi e nei giardini, in particolare durante questa stagione, e per questo adotta il colore blu trasparente con finiture cromate. Rispetto al rosa della Sakura (primavera) ed al rosso della Akenazora (Autunno) la penna risulta molto più interessante.
Il caricamento è il solito, pratico ma ordinario, caricamento a cartuccia/converter, quest’ultimo da inserirsi ad incastro. Il fissaggio è sicuro e non presenta problemi di possibile distacco, il maggiore difetto è piuttosto che risulta di dimensioni abbastanza ridotte, per cui l’autonomia è inferiore a quella di una cartuccia.
Ma il pregio di questa penna, come di tutte le Sailor, è la qualità di scrittura. Nonostante il pennino fine (a livelli irraggiungibili da qualunque extrafine europeo contemporaneo) sia realizzato in acciaio, la scorrevolezza è straordinaria, assai difficile da distinguere da quella dei più famosi (e costosi) pennini in oro delle serie superiori.
Come si può notare nel test precedente, la scrittura è estremamente sottile, aiutata da un flusso preciso e costante, che non presenta mai alcun salto. Se vi piacciono gli annaffiatoi questa non è la penna che fa per voi, ma personalmente non posso che apprezzare l’eccellenza di una realizzazione che riesce a mantenere una scorrevolezza estrema senza ricorrere alla scorciatoia di inondare il pennino di inchiostro. Il pennino è rigido e non mostra significative variazione di tratto con la pressione.
In sostanza, si tratta di una penna di ottima qualità, ad un prezzo accessibile, dotata di uno stile classico, che nonostante la trasparenza, non risulta, grazie alla tonalità di blu scelta, troppo appariscente ed è rende pertanto adatta all’uso in qualunque ambiente.
Riassumo come sempre il giudizio con la solita tabellina dei voti, ripetendo fino allo sfinimento il solito avviso che questi sono e restano una mera indicazione dei gusti del recensore:
Rinnovo ancora una volta i miei ringrazimaneti a Marco Moricci e alla Casa della Stilografica per aver messo a disposizione la penna per eseguire le prove di scrittura e per aver fornito le fotografie usate nell’articolo.
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Scritto il 1 Dicembre, 2013 | da piccardi | No Comments
Rimetto insieme dopo una settimana qualche impressione a freddo sullo scorso Pen Show di Bologna, tenutosi il 23 Novembre presso la nuova collocazione dell’Hotel NH (nuova almeno rispetto le ultime edizioni, dato era già stato una sede di esposizione molti anni fa).
Rispetto alla sede precedente abbiamo avuto a disposizione una sala più ampia e nettamente più luminosa, nonostante la brutta giornata di pioggia, con un cielo coperto di nuvole nere che lasciava trapelare ben poca luce naturale. Molto significativa la partecipazione, sia in termini di espositori, ben 17, che di pubblico, che ha affollato la manifestazione anche prima dell’orario ufficiale di apertura con un afflusso continuo fino al termine della stessa.
Particolarmente “vigorosa” inoltre la partecipazione dei membri del forum di FountainPen.it, che in quello stesso giorno, per una fortunata coincidenza, celebrava i suoi cinque anni di vita, sottolineata con un bel brindisi, di cui purtroppo non ho fotografie, essendo stato il fornitore della bottiglia ed il distributore del contenuto della stessa, per cui invito chi ne avesse a mandarcele…
E’ stata pure l’occasione per vedere i primi prototipi della nuova penna di FountainPen.it portati da Daniele, su cui comunque manteniamo un rigoroso riserbo, e raccogliere un po’ di impressioni sulla stessa, oltre che discutere di persona sulle prossime iniziative e su come rendere i Pen Show più interessanti e magari anche un po’ meglio distribuiti sul territorio.
Come sempre l’aspetto più interessante del Pen Show è stato quello sociale, scambiare idee con altri appassionati, vantarsi un po’ dei propri ritrovamenti, incontrarsi di persona per la prima volta (ad esempio finalmente ho potuto conoscere Massimo e ringraziarlo per il contributo di foto di penne strepitose che ci ha inviato) cercare qualche buon affare, ecc.
In questo senso ho notato che oltre alla solita varietà di penne di alto livello (con una netta predominanza delle italiane, come logico aspettarsi), stavolta vari espositori avevano portato cassettine di pezzi e penne di minore notorietà e prestigio, ma di altrettanto interesse, cosa che ha consentito ritrovamenti che fossero alla portata di tutte le tasche.
E anche se purtroppo devo rammaricarmi delle difficoltà che comporta organizzare una manifestazione, che ruba molto del tempo che si vorrebbe dedicare ad attività più gratificanti, ho passato nonostante tutto una gradevolissima giornata, e l’unica cosa che rimpiango è stata la scarsa presenza di penne di produzione contemporanea, cosa che rende la manifestazione meno interessante rispetto ad un pubblico generico. Qualcosa su cui lavorare per le prossime edizioni.
Fra le varie penne interessanti presenti al Pen Show, ne ho selezionato due che mi han colpito particolarmente, la prima è una Waterman 42 laminata, con un fantastico rivestimento cesellato, un vero capolavoro dell’arte orafa italiana che in questo campo non ha mai avuto rivali:
La seconda penna invece è una rara Dunn Oversize con pennino n.12, un fantastico gigante nato per fare concorrenza alle big dell’epoca (la Black Giant della Parker e la Waterman N. 20) dotata di un sistema di caricamento sostanzialmente analogo al famoso stantuffo tuffante della Omas, ma prodotta ben 15 anni prima che questo venisse adottato:
E per avere un’idea più precisa delle dimensioni, un piccolo confronto:
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Scritto il 24 Novembre, 2013 | da piccardi | 1 Comment
Un po’ di foto del Pen Show di Bologna 2013, tenutosi ieri, 23 Novembre 2013.
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Scritto il 19 Novembre, 2013 | da piccardi | No Comments
Lo scorso 13 Ottobre si è tenuto a Torino, presso il Salone del Circolo dei Lettori, la terza edizione (la prima autunnale, le altre due erano state a Giugno) del Turin Penshow. La manifestazione è iniziata alle 11:00 e si è conclusa alle 17:00. Dopo esser mancato per imprevisti ed impegni concorrenti alle precedenti edizioni, stavolta sono riuscito a partecipare.
La collocazione dell’evento è stata senz’altro una delle più belle fra quelle in cui sono stati tenuti i Pen Show italiani da quando li frequento, superata a mio avviso solo dal chiostro di Santa Maria delle Fratte dell’In(k)hiostro 2011, e dal salone del Brunelleschi nello Spedale degli Innocenti del Pen Show di Firenze del 2008.
Si tratta infatti di una bellissima sala barocca, con splendidi stucchi e lampadari antichi, un vero capolavoro dell’architettura del 1700. Sfortunatamente, a causa della giornata buia, la luce naturale delle finestre è sostanzialmente venuta meno, e, nonostante la loro bellezza, l’illuminazione dei lampadari antichi ha purtroppo coperto tutto con la dominante gialla delle lampadine.
Inoltre la presenza di espositori di penne antiche era veramente ridotta ai minimi termini, ed inferiore alle dieci presenze, e purtroppo senza nessuna partecipazione “estera”. Un vero peccato perché una sala così bella costituisce (magari in una giornata di sole dove l’illuminazione risulterebbe migliore) uno splendido ambiente per un evento sulle stilografiche antiche.
Ma alla scarsa partecipazione degli espositori ha corrisposto invece una notevole partecipazione di appassionati, ed il Pen Show è stata l’occasione anche di conoscere finalmente di persona alcuni “loschi individui”, fino ad allora “tristemente noti” solo per via telematica, e per rincontrarsi anche con vecchi amici, compresa la famosa “banda del granducato”, che era presente al completo.
Una nutrita rappresentanza del forum (compresi i due amministratori ed una delle anime del reparto tecnico) era presente, ed ho potuto vedere in anteprima un prototipo segretissimo sul quale ho promesso assoluto silenzio (ops…).
Sempre interessanti le penne presenti, ancor più del solito dominate dalla produzione italiana, con grande rilevanza di quella di “casa” delle aziende torinesi. Fra queste spiccavano in particolare quelle della collezione privata di Fabio, una bella serie di “pezzi da novanta” che riproduco nella galleria sottostante.
Ad aumentare il tasso di “toscanità” (nella proprietà) delle penne presenti, si aggiungono alle penne di Fabio quelle di Roberto, altrettanto interessanti.
E per finire lo show una Ancora realizzata nella più bella ed originale celluloide semitrasparente che mi capitato di vedere:
Ancora una volta l’occasione è stata preziosa, anche se in questo caso ci sono pure scappati un paio di buoni affari, per i rapporti che si sono potuti realizzare con le persone, e per le interessantissime chiacchiere portate avanti con gli altri appassionati, e la possibilità di ammirare dal vivo la creatività dell’ultimo acquisto del reparto tecnico del forum nel riportare al funzionamento penne che altrimenti sarebbero solo state buoni per pezzi di ricambio, cosa che gli è costata l’immediato arruolamento.
Un ringraziamento particolare infine va a Giuseppe per la fornitura di alcune interessantissime fotocopie di foglietti di istruzioni (fra cui uno risalente all’800), che andranno a breve ad allargare la libreria presente sul wiki.
In definitiva ho passato una giornata gradevolissima, e nonostante le difficoltà spero che sia possibile ripetere la manifestazione anche negli anni futuri, magari con un orario un po’ più ampio, e sperando in una maggiore partecipazione di espositori, sia nazionali che non.
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Scritto il 11 Novembre, 2013 | da piccardi | No Comments
La produzione di fascia bassa della Sailor vede come protagonista il modello Lecoule, una penna in plastica con caricamento a cartuccia e pennino in acciaio, venduta ad un prezzo di poche decine di euro.
Si tratta di una penna chiaramente economica, e diretta presumibilmente ad un pubblico giovane, presenta una linea non particolarmente originale, che personalmente trovo sostanzialmente insignificante. Ancor meno gradevoli le colorazioni, con plastiche color avorio contrapposte a colori particolarmente “vivaci” (nel mio caso un viola trasparente).
Il contrasto, almeno per me, risulta eccessivo e poco gradevole, l’avessero fatta in tinta unita o con una combinazione di colori meno “sbrilluccicosa” forse avrebbe potuto raggiungere la sufficienza, così la trovo semplicemente brutta.
La qualità della lavorazione, pur trattandosi di una penna economica, resta assolutamente buona, anche se si tratta comunque di una penna realizzata con parti di plastica a stampo che nel caso sarebbe alquanto difficile chiamare “preziosa”. Una penna ordinaria, ma senz’altro ben costruita.
Dove invece la penna eccelle è la qualità di scrittura, che nonostante il pennino in acciaio, resta assoluta. In particolare la scorrevolezza resta all’altezza della fama della marca, nonostante l’EF che ho provato producesse un tratto estremamente sottile che fa semplicemente impallidire qualunque EF europeo che mi sia capitato di provare.
Il flusso risulta perfettamente regolato, e la penna scrive con grandissima precisione e senza nessun salto nonostante la finezza estrema del tratto. Come per tutta la produzione Sailor il pennino è rigido e la variazione di tratto con la pressione minima.
In sostanza, se si è disposti a passar sopra alle questioni estetiche ed ai terribili accostamenti di colori (che magari ad altri piacciono anche), e soprattutto se come me siete dei cultori del tratto sottile, si viene ripagati da una grandissima qualità di scrittura.
Riassumo ancora una volta il giudizio con la inevitabile tabellina dei voti, con l’altrettanto inevitabile avviso che sono e restano puramente indicativi dei gusti del recensore…
Al solito i miei ringraziamenti a Marco Moricci della Casa della Stilografica che anche questa volta mi ha messo a disposizione la penna per eseguire le prove di scrittura e mi ha fornito le fotografie della stessa usate nell’articolo.
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Scritto il 2 Novembre, 2013 | da piccardi | No Comments
Lo scorso 3 Ottobre si è tenuto, come tutti gli anni in occasione della festa nazionale tedesca, il Pen Port, vale a dire il Pen Show di Amburgo. Come le precedenti edizioni la sede è il piano terreno del Museum der Arbeit (Museo del Lavoro), dove i banchi sono stati posti fra gli antichi macchinari, e che per collocazione resta il più affascinante dei Pen Show che finora mi è capitato di frequentare.
Al fascino della manifestazione si aggiunge il fatto che a causa della festa nazionale nell’ampio piazzale interno che sta dietro al museo, viene tenuto in enorme mercatino delle pulci con centinaia di espositori, che catalizza l’attenzione di un pubblico numerosissimo, parte del quale finisce anche per dare un’occhiata al Pen Show.
Come sempre un Pen Show per me è principalmente un’occasione occasione per scambiare informazioni ed idee e mi ha fatto un grandissimo piacere poter incontrare di persona David Nishimura, uno dei maggiori esperti mondiali di storia della stilografica, che avendo studiato in Italia mi ha pure facilitato le cose quando esprimersi in inglese diventava un po’ troppo complicato.
Amburgo è la città natale della Montblanc, e questa è stata in effetti, insieme alla Pelikan, la marca più in vista dell’esposizione, anche se stavolta rispetto a tutti gli anni precedenti, ho avuto il piacere di ritrovare una notevole partecipazione italiana fra gli espositori (ben 4) che mi ha ulteriormente sollevato dallo stress per l’uso del mio pessimo inglese.
Come per gli altri anni le marche tedesche fanno da padrone dell’esposizione, anche se si possono trovare, grazie alla presenza di vari espositori americani, varie penne interessanti provenienti dal quel paese. E come sempre nei Pen Show tedeschi, oltre a pezzi di pregio assoluto, è possibile trovare cassetti di parti e pezzi o con penne di produttori minori (o semplicemente modelli comuni come le Pelikan 120) a prezzi di assoluto realizzo. Un’abitudine che occorre reintrodurre anche da noi…
Ma le penne più interessanti stavolta non le ho trovate fra quelle portate dagli espositori, ma le aveva con sé Frank (la cui collezione di Montblanc ha pochi rivali), che mi ha gentilmente messo a disposizione per le fotografie alcuni fra i pezzi più significativi che si era portato dietro, rendendo così onore alla marca principe della città.
Per questo possiamo iniziare con quello che si potrebbe senz’altro qualificare come il “Frank Pen Show”, partendo con una Montblanc N°2 completamente rivestita in argento:
Segue una Rouge et Noir N° 2 a levetta, davvero rara:
E chiudiamo la prima parte, delle penne più comuni (si fa per dire…), con una N°4 ottagonale sempre rivestita in argento:
Ed ora il gran finale, si comincia con una 134 completamente rivestita in oro massiccio (non metallo laminato) dotata pure di scatola originale:
Si prosegue con una straordinariamente rara 126 P a pulsante, in celluloide Black & Pearl, una delle penne più rare della produzione Montblanc ed in queste condizioni (con una scoloritura leggera) praticamente un pezzo unico:
Ed infine il pezzo più raro anche solo in termini di esemplari noti, un calamaio da viaggio per rientranti nella versione “Browning”, che riproduce la pistola omonima, nuovo con scatola ed istruzioni, di cui si conosce un solo un altro esemplare:
Un grazie di cuore a Frank che non solo mi ha messo a disposizione questa serie incredibile di pezzi da museo, per fotografarli (nonostante le mie scarse capacità di fotografo) ma ha pure acconsentito a condividere le immagini con tutti gli appassionati, italiani e non.
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Scritto il 28 Ottobre, 2013 | da piccardi | No Comments
Con parecchio ritardo, pubblico alcune foto del Pen Show di Torino, per le impressioni e la cronaca… prima devo trovare il tempo di scrivere quella di Amburgo.
Scritto il 23 Ottobre, 2013 | da piccardi | No Comments
Il Maki-e è una lavorazione artigianale tradizionale giapponese antichissima, che venne introdotta nel mondo delle stilografiche negli anni ’20 dalla Pilot, alla ricerca di una innovazione che le permettesse di uscire dalla pedissequa imitazione dei modelli americani.
La bellezza delle lavorazioni emerse immediatamente tanto che Dunhill cercò in tutti i modi di accaparrarsi la possibilità di commercializzare a suo nome quelle penne, ma dovette cedere alla inflessibile volontà di Masuo Wada, socio del fondatore Ryosuke Namiki, ed usare il marchio congiunto Dunhill-Namiki.
Rimasta a lungo una decorazione disponibile solo su stilografiche giapponesi, negli ultimi anni l’uso di questa raffinatissima e costosa tecnica artigianale è stato adottata anche da alcuni produttori europei (ad esempio Visconti e Pelikan) con una inversione dello stereotipo per cui erano i giapponesi a copiarci.
Benché comunque anche queste produzioni europee siano state fatte eseguire da maestri giapponesi, quando si vuole parlare di Maki-e ai massimi livelli, occorre rifarsi alle origini, ed ancora oggi il vertice della produzione con questa lavorazione resta appannaggio dell’azienda che l’ha introdotta, la Pilot.
Poter contemplare direttamente questo vertice però è alquanto difficile, le penne della classe di pregio più alta, quelle che nella classificazione originale erano chiamate di grado A, sono, anche per la produzione moderna, estremamente costose, in quanto realizzate esclusivamente a mano e firmate una per una dai maestri artisti/artigiani (che in Giappone vengono considerati “monumenti nazionali viventi”) che le producono. Dati i prezzi, che sono dell’ordine delle decine di migliaia di euro, queste penne sono alquanto difficili da vedere in giro.
Per questo quando al Pen Show di Amburgo mi è capitato di avere fra le mani una Emperor Double Dragon, un esemplare praticamente unico, non mi sono fatto sfuggire l’occasione per qualche fotografia prima di restituirla al fortunato proprietario…
Purtroppo per le mie scarse qualità di fotografo le immagini non rendono che una pallida idea dello splendore di questa penna, e forse, vista l’assenza di punti di riferimento, neanche della sua effettiva “imponenza”: si tenga presente infatti che la penna è almeno un paio di centrimetri più lunga e ben più larga della già esageratamente grande Montblanc 149.
Di fronte ad una simile meraviglia, ci si accorge quanto anche le migliori intenzioni dei produttori europei di inserirsi in questo campo, non siano che pallide imitazioni.
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Scritto il 18 Ottobre, 2013 | da piccardi | No Comments
Questo l’annuncio del prossimo Pen Show di Bologna da parte della ACPS:
Firenze 15.10.2013
Carissimi soci,
riprendiamo le attività autunnali dell’Associazione comunicandovi alcune novità ed alcune date. Come alcuni di voi già sapranno quest’anno il Pen Show di Milano, che si teneva tradizionalmente in Ottobre, è stato rimandato all’anno nuovo per la coincidenza con quello di Torino.
L’appuntamento autunnale con le manifestazioni organizzate dell’ACPS sarà per Sabato 23/11/2013, giorno in cui si terrà a Bologna la prossima mostra scambio di stilografiche e materiali di scrittura organizzata dalla nostra associazione con orario dalle ore 13.00 alle 18.30. L’ingresso è riservato agli associati; ci si potrà associare o rinnovare l’associazione direttamente presso la sede della mostra, corrispondendo la quota sociale di € 5, che ha validità di un anno. Chi si è già associato a Firenze non dovrà rinnovare la quota.
La mostra si terrà presso una nuova sede, l’Hotel NH di Piazza XX Settembre, 2 (Tel. +39 051 2816640), posto nelle immediate vicinanze dalla stazione. L’hotel è facilmente raggiungibile dalla stazione a piedi, essendo posto nella piazza adiacente (sulla sinistra del lato opposto della strada) all’uscita principale della stazione centrale di Bologna.
Se sei interessato potrai prenotare un tavolo (dimensioni 170×50 cm) per esporre la tua collezione o le penne che vuoi scambiare contattando entro il giorno 19 Novembre Marco Vanzi (055.7398731 – 333.8175873), Giovanni Scrivere (348 2110095 – 055.578236) o Simone Piccardi (347-1032433) oppure inviando una email all’indirizzo di posta elettronica “acps.segreteria@gmail.com”. Per l’utilizzazione del tavolo l’associazione richiede un rimborso spese di € 50,00. Per l’allestimento del tavolo è consentito l’ingresso alla sala dalle ore 11.00.
Per incentivare la partecipazione dei soci sarà predisposta un’area con uno spazio libero a disposizione gratuita (ovviamente temporanea e non esclusiva) dei singoli soci che pur non partecipando come espositori vogliano poter effettuare degli scambi fra loro.
Ricordiamo che poter mantenere una quota ridotta è essenziale la riduzione dei costi di gestione il più rilevante dei quali è quello relativo all’invio degli inviti per lettera. Si invitano pertanto tutti i soci che non l’avessero già fatto, a comunicare il proprio indirizzo di posta elettronica all’indirizzo e-mail dell’associazione: acps.segreteria@gmail.com. Ulteriori notizie riguardo alla mostra, ed in particolare agli eventi che vi si terranno e sono ancora in corso di organizzazione, saranno inviate soltanto per posta elettronica.
Prosegue anche in questa occasione la collaborazione con il sito “FountainPen.it” si invitano pertanto i soci ad iscriversi al forum del sito (raggiungibile all’indirizzo http://forum.fountainpen.it) che ha uno spazio riservato ai soci e con il quale è stata avviata la campagna di conservazione dei documenti riguardanti la storia della penna stilografica che ha già visto la pubblicazione di quasi un migliaio di scansioni digitali (fra pubblicità e libretti di istruzione).
Cari saluti.
La segreteria dell’ACPS
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