



Scritto il 18 Maggio, 2014 | da piccardi | No Comments
Lo scorso 10 Maggio si è tenuto, in anticipo rispetto all’anno scorso (di solito si teneva a Giugno) il Pen Show di Norimberga. Benché si tratti comunque di una manifestazione di dimensioni (almeno in termini di espositori) superiore a qualunque manifestazione italiana, quest’anno l’ho trovato decisamente sotto tono.
Era infatti praticamente nulla, con un paio di eccezioni italiane, la componente straniera (totalmente assenti gli americani), e le penne erano sempre concentrate, in maniera stavolta anche troppo monotona, sulle solite Pelikan e Montblanc. Per di più in questa occasione alcuni dei più rilevanti venditori tedeschi erano assenti, ed inoltre i prezzi mi sono sembrati più alti rispetto non solo rispetto all’anno scorso ma anche alla recente edizione di Colonia.
Unite a questo il fatto che la sala, nonostante una giornata di sole, si è dimostrata lo stesso molto poco luminosa, e che stavolta non si trovavano i soliti cassetti di penne minori dove si possono fare affari interessanti, e che pure i prezzi delle penne di fascia più bassa sono diventati salati, ed ecco che il risultato finale si è dimostrato purtroppo deludente.
Qualche penna interessante c’era senz’altro, ma tutto sommato nulla di neanche lontanamente paragonabile con quanto visto a Colonia. Per fortuna Norimberga è una bellissima città.
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Scritto il 2 Maggio, 2014 | da piccardi | No Comments
Con un po’ di ritardo pubblico un breve resoconto dell’ultima edizione del Pen Show di Colonia, tenutosi lo scorso 5 Aprile. Dopo un anno di pausa sono tornato a quello che per il momento si presenta come il più grande fra i Pen Show tedeschi e senz’altro uno dei più grandi fra quelli europei.
Dopo che lo scorso anno venne quasi cancellato, e riorganizzato all’ultimo momento in un luogo diverso, ed anche quest’anno invece che nella relativamente angusta sala del tennis club in riva al fiume, è stato organizzato in una grande sala conferenze di un hotel in riva al lago di un grande parco della città.
Una posizione forse meno suggestiva ma il risultato in termini di partecipazione (una quarantina di espositori) è stato nettamente migliore dell’ultima volta che c’ero stato. Interessanti come sempre le penne presenti, con il solito dominare delle tedesche, e con qualche partecipazione americana. Limitatissima la pattuglia italiana, con un solo espositore.
Ma a parte la ricerca delle occasioni (con un po’ di pazienza si riescono a fare ottimi affari, specie se non si cercano gli esemplari rari) la parte più interessante di ogni Pen Show, almeno per me, è quella delle relazioni con altri collezionisti ed appassionati, e la possibilità, ogni tanto, di poter ammirare direttamente veri pezzi da museo.
Ed anche quest’anno è stato un piacere ammirare le meraviglie che Frank si era portato dietro. In questo caso non si tratta più di penne di casa, ma di esemplari che arrivavano da molto lontano, il Giappone. E ancora una volta, mi trovo a riproporre un “Frank Pens” Show stavolta centrato su una favolosa serie di Maki-e la cui bellezza non viene resa che parzialmente dalle mie scarse capacità fotografiche.
Si parte da una prima penna da signora con disegno di ventagli:
segue una seconda penna con signora decorata con paesaggio del monte Fuji:
poi un flat-top con un disegno di “katana”:
ed una con una fantastica ragnatela:
Chiude infine un capolavoro, una maki-e classificata come di grado “A”, il massimo per la ricchezza delle decorazioni, con un disegno di gru:
Per chi volesse ammirare queste penne, per quel poco che lo consente la qualità non eccelsa delle mie fotografie, alla massima risoluzione, rimando alla galleria presente sul wiki, e raggiungibile all’indirizzo:
http://www.fountainpen.it/Categoria:Pilot_Photos
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Scritto il 20 Aprile, 2014 | da piccardi | No Comments
La Classic è una delle ultime arrivate nella linea di produzione della casa Taiwanese, che ancora una volta ha prodotto una penna con caricamento a stantuffo molto interessante ad un prezzo accessibile.
Rispetto alla sorella maggiore 580, la Classic è più sottile e presenta solo una finestrella trasparente per la visualizzazione del livello di inchiostro.
Il materiale è il solito policarbonato, stavolta presentato in tre diversi colori lucidi, nero, burgundy e shaffire (blu). Come sulle altre TWSBI il capuccio è con chiusura a vite, e non calza sul retro.
La lavorazione è impeccabile, e la penna da un’ottima sensazione di robustezza, che però dovrà essere provate nel tempo, ma va sottolineato che in caso di problemi (che si sono manifestati nei modelli precedenti) l’azienda spedisce a casa a sue spese i pezzi di ricambio. Dato che la penna è completamente smontabile, come tradizione della TWSBI, eventuali sostituzioni possono essere effettuate facilmente.
Sul piano estetico la Classic presenta delle linee semplici (con una clip rinnovata) ma molto gradevoli ed eleganti, almeno per i miei gusti. E’ caratterizzate da un corpo quadrato a spigoli arrotondati analogo a quello delle Visconti Wall Street ed Opera (che la Visconti ha chiamato “quadratura del cerchio” ), ma che in realtà non è altro che il design con cui vennero realizzate negli anni ’30 le Doric da segretaria/telefonista.
Al corpo squadrato corrisponde una sezione tonda per una presa più facile; lo scalino con la filettatura che divide le due parti cade nella posizione più appropriata, non disturbando minimamente l’impugnatura, ferma ed efficace nonostante il diametro inferiore rispetto alla 580. La penna, da usarsi come accennato senza cappuccio calzato, è perfettamente equilibrata e molto leggera, cosa che la rende molto comoda da usare.
Il pennino (ho provato un EF) è il classico pennino in acciaio della TWSBI, di produzione Jowo, è molto rigido (premendo non si ha nessuna variazione di tratto) ma presenta un’ottima scorrevolezza ed un flusso tendente all’abbondante. Questo fa si che il tratto non sia altrettanto sottile rispetto a quello che ottengo con la mia vecchia 540 dotata di pennino Boch.
Il flusso si è dimostrato equilibrato e costante e pur nei limiti di una prova per intizione non ho rilevato nessun salto e nessuna falsa partenza, anche facendo ghirigori alla massima velocità possibile. La scrittura è piacevole, la penna è stata fatta per scrivere e si sente.
Riassumendo, e riproponendo la solita pagella della penna, poco originale, ed assolutamente arbitraria (nel senso che i voti rappresentano i miei gusti personali) direi che si tratta di un modello economico adatto a tutti, che offre un’estetica molto gradevole, un sistema di caricamento tradizionale ed un ottima usabilità:
Di nuovo concludo con i ringraziamenti a Marco Moricci e alla Casa della Stilografica che mi hanno messo a disposizione la penna per le prove, ed mi hanno fornito le fotografie della stessa usate nell’articolo.
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Scritto il 9 Aprile, 2014 | da piccardi | No Comments
Intanto un po’ di fotografie, un resoconto più dettagliato seguirà più avanti appena trovo un po’ di tempo…
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Scritto il 18 Marzo, 2014 | da piccardi | No Comments
Ho già illustrato ampiamente in precedenza come Montblanc, oltre che per il suo ruolo di casa attenta alla produzione di penne di lusso e di fascia alta, si sia distinta anche per accuratezza storica di fascia invece molto bassa e per del marketing molto propenso alla propagazione delle bufale.
Mi riferisco in particolare alla continua associazione del nome Meisterstück con il modello di punta della casa, la 149, retrodatata però dal 1952, quando essa venne effettivamente introdotta sul mercato, al 1924, quando invece venne usato per la prima volta questo nome per indicare le penne di fascia più alta nella produzione dell’azienda.
Ma almeno fino a qualche tempo fa l’azienda si era sempre limitata a parlare (ad esempio nella sezione storica del loro sito) di Meisterstück dal 1924, anche se poi si mostrava una 149 che con il 1924 non ha nulla a che fare. Spiace dover constatare che negli ultimi tempi dalla vaghezza col dubbio del voler fuorviare, si è passati proprio alla bugia esplicita.
La scorsa settimana girando per il centro mi è capitato di vedere in una vetrina quanto fotografato (alla meno peggio con il telefonino) qui a fianco. E qui secondo me si esagera davvero (all’incirca di 28 anni a voler esser pignoli) visto che nel 1924 le Meisterstück erano quelle illustrate nella fotografia riportata di seguito, e nel 1924 le 149 erano talmente nuove che gli ci volle ben 28 anni per arrivare sul piano dell’esistenza…
Una Meisterstuck degli anni ’20.
Come se non bastasse sul sito italiano dell’azienda si trova scritto, con una faccia tosta invidiabile: “Creata nel 1924, la stilografica Meisterstück 149 Montblanc ha sempre mantenuto intatto l’aspetto originale ed ha fortemente caratterizzato la cultura della scrittura“. Beh, sull’influenza sulla cultura della scrittura si può al più essere scettici, ma sul fatto che abbia mantenuto l’aspetto originale non c’è nessuno scetticismo, è una panzana bella e buona.
Quello che non finisce mai di stupirmi in tutta la faccenda è il perché di questo atteggiamento suicida nei confronti della propria credibilità. Che senso ha retrodatare un modello di 28 anni con una plateale menzogna quando qualunque collezionista un minimo esperto è in grado di smascherare la bugia. Perché si deve ingannare il pubblico per far apparire più vecchia quella che comunque resta la penna rimasta ininterrottamente in produzione più a lungo di qualunque altra?
Non me ne intendo ma mi da tanto impressione di pubblicità ingannevole. Qualcuno ha voglia di contattare l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato? Prima o poi mi stuferò e lo farò io…
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Scritto il 3 Marzo, 2014 | da piccardi | No Comments
La FountainPen.it Aleph
Viene presentata oggi la terza penna realizzata per FountainPen.it, la Aleph:
Presentazione FountainPen.it Aleph
Un ringraziamento enorme a Daniele per questo ulteriore traguardo, raggiunto con i migliori auspici.
Scritto il 23 Febbraio, 2014 | da piccardi | No Comments
Nuova sala e nuova collocazione per il Pen Show di Milano, e nonostante fossimo circondati da uno spiegamento notevole di forze dell’ordine per via di una manifestazione, un ottimo successo di pubblico.
Qualche impressione più approfondita a breve, intanto qualche fotografia (non molte, ero alquanto preso dalla gestione burocratica, non organizzate Pen Show se volete goderveli…)
Scritto il 22 Gennaio, 2014 | da piccardi | No Comments
Carissimi soci,
l’anno scorso non si è potuto tenere il Pen Show di Milano, organizzato tradizionalmente ad Ottobre, per la coincidenza con altre manifestazioni abbiamo allora deciso di spostarlo ad anno nuovo cercando al contempo una nuova collocazione. Siamo pertanto lieti di annunciarvi che la prossima mostra scambio di stilografiche e materiali di scrittura organizzata dalla nostra associazione si terrà a Milano, Sabato 22 Febbraio, presso l’Hotel AC Marriot, in via Tazzoli 2, a 500 metri dalla stazione di Porta Garibaldi, di fronte al cimitero monumentale con orario 13.00-18.30.
Si ricorda che l’ingresso è riservato agli associati; ci si potrà associare o rinnovare l’associazione direttamente presso la sede della mostra, corrispondendo la quota sociale di € 5, che ha validità di un anno. Chi si è già associato a Firenze o Bologna non dovrà rinnovare la quota.
L’hotel è facilmente raggiungibile dalla Stazione di Porta Garibaldi, direttamente dal sottopassaggio della stazione andando in direzione “Monumentale”, con detta uscita posta esattamente di fronte alla porta di ingresso. Alternativamente si può attraversare la strada uscendo dalla stazione e percorrere la strada (via Ferraris/viale Sturzo) sul lato sinistro. E’ disponibile un pacheggio custodito (Garage de Cristoforis, tel. 02 654074) in via de Toqueville. Per chi fosse interessato l’hotel offre un pranzo a 20 euro a persona per un primo, dolce, acqua vino e caffè a discrezione dello chef.
Gli interessati possono prenotare un tavolo (dimensioni 150×60 cm) per esporre la tua collezione o le penne che vuoi scambiare contattando Marco Vanzi o Simone Piccardi oppure inviando una email all’indirizzo di posta elettronica “acps.segreteria@gmail.com”. Per l’utilizzazione del tavolo l’associazione richiede un rimborso spese di € 70,00. Per l’allestimento del tavolo è consentito l’ingresso alla sala dalle ore 11.00.
Per incentivare la partecipazione dei soci sarà predisposta un’area con uno spazio libero a disposizione gratuita (ovviamente temporanea e non esclusiva) dei singoli soci che pur non partecipando come espositori vogliano poter effettuare degli scambi fra loro.
Prosegue anche in questa occasione la collaborazione con il sito “FountainPen.it”, si invitano pertanto i soci ad iscriversi al forum del sito (raggiungibile all’indirizzo http://forum.fountainpen.it) che ha uno spazio riservato ai soci e con il quale è stata avviata la campagna di conservazione dei documenti riguardanti la storia della penna stilografica che ha già visto la pubblicazione di oltre un migliaio di scansioni digitali (fra pubblicità e libretti di istruzione).
Cari saluti.
La segreteria dell’ACPS
Scritto il 4 Gennaio, 2014 | da piccardi | 1 Comment
Ritorno sulla TWSBI 540, che acquistai quasi un anno fa e di cui avevo pubblicato una recensione a suo tempo. In un anno la penna è uscita dal mercato, sostituita dalla nuova 580. In realtà uscita solo in senso numerico, dato che la 580 non è altro che l’evoluzione della 540, restando per lo più sostanzialmente identica.
I cambiamenti, per fortuna direi, sono stati solo in senso senso evolutivo nel migliorare alcune parti della penna, dato che per le varie disavventure di parlerò a breve, della mia 540 restano ormai si e no una metà delle componenti originali, sostituite con le analoghe della 580, per cui forse oggi occorrerebbe qualificarla come “560”…
In un anno di utilizzo pressoché costante penso di poter aggiungere qualche informazione in più, in particolare riguardo la robustezza della penna. Come detto nella recensione infatti una delle caratteristiche della 540 è quella di una grande robustezza. Robustezza rispetto ad urti e maltrattamenti, che però che si è dimostrata, paradossalmente, unita anche ad una grande fragilità.
Benché infatti la penna abbia resistito ad almeno 4 voli sul pavimento (di cui tre voluti, e due con tanto di lancio) senza accusare il minimo problema e senza riportare neanche un graffio, nell’uso sono emerse delle debolezze strutturali rispetto ad alcuni sforzi specifici.
In particolare, dopo circa un mese di uso, nel ricaricarla spingendo lo stantuffo fino in fondo, si è criccato il corpo della penna in corrispondenza alla filettatura che tiene il meccanismo dello stantuffo agganciato al corpo. Pensare che spingere sul fondo dello stantuffo abbia fatto più danni del lanciare la penna sul pavimento sembra strano ma pare si tratti di una fragilità specifica del corpo agli sforzi dall’interno verso l’esterno, derivante dalla modalità di produzione dello stesso, rimediata con la 580.
Ma direzione degli sforzi o meno di certo non fa molto piacere trovarsi con il corpo della propria penna rotto. Va detto però che l’azienda, al semplice invio di una e-mail con la foto del danno, mi ha fatto pervenire un corpo nuovo spedito direttamente a casa senza alcuna spesa. Ed era quello della nuova versione (la 580), che viene indicato come immune dal difetto e che in effetti finora non mi ha dato nessun problema.
Il secondo “guaio” è nato da un rimontaggio dopo una pulizia completa in cui ho serrato troppo l’alimentatore sulla sezione. Quest’ultimo si è spezzato restandomi in mano con la parte finale rotta ed incastrata dentro la filettatura. In questo caso il problema maggiore è stato estrarre il pezzettino incastrato, ma alla richiesta di un ricambio, in cui ammettevo pure la mia responsabilità e mi dichiaravo pronto a pagare il corrispettivo, è stato dato lo stesso seguito della richiesta precedente: sostituzione gratuita del pezzo.
Infine, l’ultimo problema, circa un mese fa, la rottura del cappuccio sopra la banda metallica. Di nuovo qualcosa di non molto simpatico, anche se forse i miei ripetuti lanci sul pavimento potrebbero avervi dato un contributo (di certo non visibile, almeno fino alla rottura). Stesso problema (pezzo rotto) e stessa soluzione: ancora una volta mi sono ritrovato con un pezzo fornito gratuitamente, un bel cappuccio completo e non solo la parte rotta (mi avanzano una clip e una testina…).
La serie di eventi mi lascia con un sentimento contrastante, devo dire che ho apprezzato molto la serietà e la disponibilità della ditta, che mi ha fatto avere gratuitamente ed immediatamente tutti i pezzi che si sono rotti. Per chi come me ama “trafficare” con le sue penne, avere una penna completamente smontabile è un grosso vantaggio, considerato che il produttore ti spedisce a casa i pezzi che ti si rompono.
Ma posso capire perfettamente chi invece, non essendo troppo incline al fai date, quando compra una penna ci vuole semplicemente scrivere e non gradisce per nulla di trovarsi con delle rotture inaspettate e di dover affrontare la trafila di richiedere il sostituto di un pezzo e quella di rimontarlo.
Resto dell’idea che la 540 sia stata una delle penne più interessanti messe in circolazione negli ultimi anni, ma l’esperienza mi porta concludere che si è trattato di un prodotto non completamente sviluppato e con seri problemi di controllo di qualità. Non avendo una 580 non so dire se questi problemi siano stati completamente risolti o meno, anche se per le parti che ho ottenuto parrebbe di si.
Ma pur riconoscendo alla TWSBI il merito di non aver scaricato i costi dei difetti sul cliente (anche solo per le spese di spedizione dei pezzi mi sa che con me ci hanno rimesso) i problemi riscontrati, e la tendenza a fare uscire sul mercato prodotti non completamente affidabili, restano e non possono essere taciuti.
Ad oggi la 580, posto che non emergano nuovi problemi, resta una penna con un rapporto qualità prezzo fra i migliori in assoluto. Ma chiunque è interessato ai prodotti dell’azienda sappia che il rischio di incorrere, specie con le novità, in problemi analoghi, c’è. Ed anche se l’azienda ha sempre dimostrato una grande disponibilità sostituendo gratuitamente le parti difettate, ci si domandi prima se si è disponibili o meno a correre il rischio di dover “sistemare” la propria penna.
Nota finale: sul piano della qualità di scrittura la penna non ha mai avuto problemi, e continua a scrivere come ha sempre fatto, con un eccellente tratto sottile (ho un extrafine) molto scorrevole.
Scritto il 18 Dicembre, 2013 | da piccardi | 2 Comments
La serie Art Craft (originariamente chiamata Silvern, essendo realizzata in argento massiccio) è una delle serie in produzione da più tempo della Pilot, essa infatti origina al 1968 e viene considerata uno dei successori della serie Elite del 1964.
Caratteristica della Art Craft è la realizzazione del corpo e del cappuccio in argento massiccio decorato sia con incisione di motivi tradizionali giapponesi (con temi analoghi a quelli che si ritrovano sulle Maki-E, come draghi, carpe, ecc.) che con motivi geometrici come l’esemplare in questione.
La seconda caratteristica di questa serie è il bellissimo pennino incassato, che rende straordinariamente filanti le linee della penna, che altrimenti ricalcherebbero il classico stile affusolato originario della Balance del 1929. Esteticamente è, insieme alla Waterman Edson, una delle penne più belle presenti sul mercato ed il successo è dimostrato dalla longevità della sua produzione.
Ma le qualità del pennino non sono solo estetiche, la penna infatti è dotata di un tratto preciso e sottile accompagnato ad una scorrevolezza eccezionale. Il flusso è perfettamente calibrato e la penna non perde un colpo. Infine, sorpresa totalmente inaspettata, è pennino è risultato pure essere leggermente flessibile, come si può notare nella prova di scrittura sottostante.
Il modello provato è uno di quelli decorati con un motivo squadrettato, abbastanza simile al ciselé della Parker 75, la chiusura del cappuccio è a scatto, ed è molto sicura. Il caricamento è è il classico cartuccia/converter, scelta praticamente scontata sulle penne giapponesi, ma la Pilot dispone del converter più capace sul mercato, il CON70, che si avvicina molto alla capienza della gran parte degli stantuffi. La penna risulta, nonostante il peso del metallo, perfettamente equilibrata, e si può usare sia con cappuccio calzato che senza.
In questo caso si tratta di una penna che si pone, per materiali e lavorazione, nella fascia medio/alta, ed il prezzo sale anche per la realizzazione di corpo e cappuccio in argento massiccio. Personalmente trovo la versione con la decorazione a quadretti forse meno interessante rispetto ad alcune delle altre, ma la penna resta un oggetto di assoluto rilievo e ritengo che il costo, pur elevato, sia corrispondente alla qualità della stessa.
Dato che il prezzo non la rende di certo di una penna indirizzata all’uso scolastico, mi permetto di segnalarla a chi cerca una penna di pregio che sia al contempo significativa e pratica da usare. Rispetto a penne dello stesso prezzo di marchi considerati spesso più “prestigiosi” offre materiali di valore nettamente superiore (rispetto a qualunque “resina preziosa”) ed uno stile al contempo classico ed originale.
Concludo come sempre con il tradizionale rituale dei voti, e come sempre ripeto l’avviso che questi sono da considerarsi soltanto come indicativi, e inequivocabilmente influenzati dai gusti personali del recensore:
Ancora una volta sono d’obbligo i ringraziamenti a Marco Moricci e alla Casa della Stilografica che mi hanno messo a disposizione la penna per poterla provare ed hanno fornito le fotografie usate nell’articolo.
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