



Scritto il 21 Maggio, 2013 | da piccardi | No Comments
Una Pelikan 101N
Ovviamente stiamo parlando della Pelikan 100N originale, non la riedizione (che correttamente è stata chiamata M100N) uscita un paio di anni fa.
Secondo quanto riportato nel preziosissimo libro di Dittmer e Lehman sulla storia dell’azienda, una vera miniera di informazioni sulla storia della produzione di stilografiche Pelikan, la penna sarebbe stata introdotta nel 1937 sui mercati esteri e nel 1938 in Germania.
Nonostante si tratti di una fonte attendibile, basata sui documenti recuperati in Germania, la bellezza della ricerca storica è che quanto finora ritenuto un dato sicuro può essere sempre essere messo in discussione dal reperimento di nuove fonti. In questo caso il reperimento di una nuova fonte è stata opera di Vasco Pisco, collezionista portoghese, che in una discussione su FPNuts ha fatto emergere la presenza di una produzione precedente, ad opera dell’importatore portoghese, Monteiro Guimarães, già noto per la produzione marcata Emegê.
Ordine di Monteiro Guimarães del 1935
Dall’ordine illustrato in figura (di cui Vasco ha generosamente concesso l’uso per il wiki) infatti emerge infatti l’ordine di ben 1600 Pelikan Magnum (una versione più grande della 100N prodotta per il mercato portoghese), che finora si riteneva posteriore alla 100N, in data ottobre 1935, con consegna per il 1936. Pare pertanto che più che una variante, la Magnum abbia costituito un prototipo, e sia la prima versione di 100N comparsa sul mercato.
Ovviamente questo non smentisce il validissimo lavoro di Dittmer e Lehman, e non vi è alcun motivo di dubitare che l’inizio della commercializzazione della 100N ordinaria possa comunque essere considerato a buona ragione il 1937, ma quanto portato alla luce da Vasco Pisco ci permette senz’altro di dire che la prima versione di questo modello aveva visto la luce almeno un anno prima.
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported.
Scritto il 22 Aprile, 2013 | da piccardi | No Comments
La scorsa domenica 7 Aprile, si è tenuto a Trieste, presso l’Hotel NH in Corso Camillo Benso Conte di Cavour, la sedicesima edizione dell’Alpe Adria Pen Show, organizzato dalla “Stilografica” di Enrico Lena, e dall’associazione Trieste Scrittura.
Si tratta del secondo Pen Show italiano della stagione primaverile, e stavolta non essendo impegnato in compiti di natura organizzativa come avvenuto a Firenze, ho potuto approfittarne partecipare serenamente come ogni altro frequentatore e godermi una domenica di relax.
Nella grande sala dell’albergo erano presenti una dozzina di espositori, con una buona partecipazione internazionale, con presenze provenienti dalla vicina Austria, dalla Croazia e pure dalla Svizzera. Più scarsa invece la partecipazione italiana, specie rispetto all’anno scorso. Non ha poi giovato il ritorno a casa anticipato nel pomeriggio da parte di alcuni espositori, come sembra essere la regola per le manifestazioni domenicali.
Ma nonostante la partecipazione leggermente leggermente ridotta rispetto all’anno scorso, erano presenti un gran numero di penne antiche di grande interesse ed anche gli stand di alcune aziende sponsor della manifestazione.
Come sempre infatti al Pen Show è abbinato un concorso scolastico sul tema tema scrittura e della penna stilografica, che ha visto la premiazione (effettuata dal prefetto e dall’assessore del comune di Trento) dei disegni più belli con altrettante penne stilografiche. Una iniziativa assolutamente unica nel panorama dei Pen Show, che ha visto intervenire un gran numero di ragazzi, genitori ed insegnanti, cui va reso merito agli organizzatori.
Fra le moltissime penne presenti, ho scelto stavolta questa Aurora Optima degli anni ’30, non tanto per la rarità del modello, quanto per la rarità delle condizioni, la penna infatti era nuova, completamente trasparente, e con scatola originale, spero che le mie scarse foto possano rendere l’idea.
Ma al solito, al di la delle penne, la cosa più interessante dei Pen Show resta l’interazione fra gli appassionati e la possibilità di conoscersi, e di trovarsi di fronte a coincidenze incredibili come quella di trovarsi a parlare con un appassionato toscano emigrato in Sicilia e che era venuto a Trieste per la manifestazione, e scoprire, parlando per caso delle mie vacanze a Catania da ragazzo, che si trattava di un carissimo amico della zia di mio padre.
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported.
Scritto il 9 Aprile, 2013 | da piccardi | No Comments
Le fotografie del Pen Show di Trieste, tenutosi il 7 Aprile 2013. A breve un resoconto più dettagliato.
Scritto il 1 Aprile, 2013 | da piccardi | No Comments
Lo scorso sabato 23 marzo si è tenuto l’annuale Pen Show di Firenze, organizzato dalla ACPS (Associazioni Collezionisti Penne Stilografiche), il primo Pen Show italiano della stagione 2013.
Quest’anno il Pen Show ha visto molte importanti novità, a partire dalla nuova collocazione, la sala congressi dell’Hotel AC Marriot di Firenze, posta a fianco della storica Stazione Leopolda, a due passi dal centro. Un cambiamento che ci ha portato in uno spazio molto più grande, e soprattutto finalmente con una illuminazione naturale adeguata, grazie alle grandi vetrate della sala. La seconda novità è stata lo spostamento della manifestazione dalla domenica al sabato pomeriggio, per favorire la partecipazione sia locale che di chi proveniva da fuori.
Per quanto come organizzatore della manifestazione la mia opinione sia indubbiamente di parte, si può senz’altro dire che entrambe le scelte hanno pagato, dato che nonostante la riduzione dell’orario di apertura al pubblico, la partecipazione è stata molto più numerosa degli anni scorsi, con venti espositori presenti, e un pubblico che ha superato le duecento persone.
Un terzo elemento di novità è stata la volontà di allargare gli orizzonti della manifestazione al di là del collezionismo delle stilografiche antiche, inserendo all’interno del programma anche una attività di dimostrazione sulla calligrafia effettuata da Daniel J. Quinn di calligraphyshop.it ed un prezioso servizio di “nib tuning” effettuato in diretta dal “Pennaio“, Fabio Moricci. Ad entrambi va un caloroso ringraziamento per il supporto fornito, che ha contribuito al successo dell’iniziativa.
Un ringraziamento speciale va ad Aurora, che ci ha gentilmente offerto dei piccoli omaggi (spillette e segnalibri a forma di pennino) da offrire ai partecipanti. Omaggi che sono risultati graditissimi, risultando esauriti in brevissimo tempo per la notevole partecipazione, e che resteranno come ricordo, speriamo gradito, per i partecipanti.
Quello del coinvolgimento dei produttori, e l’ampliamento del Pen Show anche nei confronti delle stilografiche moderne, resta comunque un obiettivo da realizzare in pieno. Purtroppo in questa occasione è stato possibile ottenere un interesse solo da parte di Aurora e di Marlen; speriamo che nelle prossime edizioni questo interesse possa concretizzarsi con una partecipazione diretta alla manifestazione e con un allargamento anche ad altri produttori.
Una novità del Pen Show infatti è stata anche la partecipazione di alcuni espositori, come Patrick Wagner che veniva addirittura dall’Austria, e Marco Moricci della fiorentinissima Casa della Stilografica, che hanno arrichito la manifestazione portando un vasto assortimento di penne ed inchiostri di produzione moderna.
Ma al di là dell’allargamento degli orizzonti, il grosso della partecipazione ha visto la presenza di espositori di penne antiche, testimonianza della storia ormai secolare della stilografica. Molte e di notevole interesse le penne presenti, con le principali marche storiche italiane ed europee a farla da padrone. Avendo purtroppo avuto anche poco tempo per girare fra i banchi non ho potuto che avere una visione limitata, ma ho selezionato come particolarmente interessanti questi piccoli capolavori della meccanica, delle Montblanc rientranti misura 00, delle dimensioni (in lunghezza) di poco più di uno stuzzicadenti…
Ma come sempre il Pen Show è stato prima e soprattutto una preziosa occasione per l’incontro fra collezionisti, in cui scambiarsi informazioni, idee e … penne. Ed anche questa volta la partecipazione di membri del Forum di “FountainPen.it” è stata particolarmente ampia ed interessata, anche grazie alla possibilità di vedere in anteprima i prototipo della penna realizzata in occasione del 1000-simo iscritto.
In conclusione quella del Pen Show è stata una bellissima giornata, con un successo pieno. L’unico rimpianto che ho è che avendolo dovuto presenziare in veste di organizzatore il tempo rimasto a disposizione per poterne fruire come utente si è notevolmente ridotto …
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported.
Scritto il 24 Marzo, 2013 | da piccardi | No Comments
Le foto del Pen Show di Firenze 2013. A partire dalla preparazione di stamattina. E’ stata davvero una bella giornata, un resoconto a breve.
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported.
Scritto il 23 Marzo, 2013 | da piccardi | No Comments
Il Pen Show è in preparazione, l’allestimento in corso….
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported.
Scritto il 17 Marzo, 2013 | da piccardi | No Comments
La penna è in vendita sul Forum (http://forum.fountainpen.it), ritirabile al prossimo Pen Show di Firenze.
Si tratta di una penna prodotta negli anni ’60 e ’70, in plastica, con caricamento a stantuffo. Le finiture sono laminate in oro ed il pennino è in oro 14 carati misura (presumibile dato che non riporta marcature) OBB. La penna è usata e mostra le relative condizioni di usura, ma è perfettamente funzionante.
Per maggiori dettagli riguardo alle condizioni di vendita si consulti:
http://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=47&t=3679
Seguono fotografie delle varie parti della penna:
Scritto il 15 Marzo, 2013 | da piccardi | No Comments
La penna è in vendita sul Forum (http://forum.fountainpen.it), ritirabile al prossimo Pen Show di Firenze. Si tratta della versione degli anni ’90 nell’inconsueto colore marrone-tartaruga. Pennino in oro 14 carati misura B. Usata ma perfettamente funzionante ed in ottime condizioni. Per maggiori dettagli riguado alle condizioni di vendita si consulti:
http://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=47&t=3660
Seguono fotografie delle varie parti della penna:
Scritto il 7 Febbraio, 2013 | da piccardi | No Comments
Nel 1952 la Sheaffer, che due anni prima aveva lanciato la nuova serie di penne denominate TM (abbreviazione di Thin Model) per la loro forma sottile, introdusse un nuovo modello, la Snorkel Pen, che pur riprendendo le stesse linee era dotata di un nuovo ed estremamente sofisticato sistema di caricamento.
Già dal 1949 la Sheaffer, distintasi nella sua storia per la creazione di numerosi sistemi di caricamento, il più noto dei quali resta quello a levetta da cui originano le sorti dell’azienda, aveva dotato le sue penne di un sistema molto particolare denominato Touch Down, caratterizzato dalla compressione di un sacchetto di gomma effettuata dalla depressione ottenuta premendo in basso il fusto della penna, un sistema molto simile (in sostanza una rielaborazione) al caricamento pneumatico della Chilton.
Pubblicità Snorkel Pen
La novità introdotta con la nuova Snorkel Pen era di dotare il meccanismo del caricamento di un tubicino, lo “snorkel” appunto, che poteva essere estratto fuoriuscendo dall’alimentatore, in modo da poterlo immergere nella boccetta di inchiostro ed effettuare il caricamento attraverso di esso senza sporcare il pennino. Una volta effettuato il caricamento, ottenuto con lo stesso sistema del Touch Down, il tubicino poteva essere ritratto, consentendo l’utilizzo della penna.
Della Snorkel Pen vennero prodotte diverse versioni identificate dalle varie finiture e dalla presenza o meno del pennino conico; i pennini vennero prodotti sia in oro a 14 carati che in una lega di argento e palladio. La Snorkel Pen qui recensita è una “Valiant“, cioè una penna con corpo e cappuccio in plastica, pennino conico in oro 14 carati, dotata del classico emblema del White Dot usato dalla Sheaffer per indicare la garanzia a vita Lifetime.
Quello che contraddistingue questa penna, oltre al colore verde, che non è dei più comuni, è però il pennino, marcato “FF5”, dove le due “F sono l’abbreviazione di “Fine” e di “Flexible”.
Si tratta in effetti di un pennino molto raro, la Sheaffer infatti è nota per la robustezza dei suoi pennini ottenuta attraverso un maggiore spessore (e relativa quantità di oro impiegato) degli stessi, cosa che li rende molto rigidi.
Questo ha comportato che la quasi totalità della produzione della Sheaffer sia composta da pennini rigidi, ed in particolare i pennini conici usati nelle versioni ordinarie della Snorkel Pen possono essere tranquillamente utilizzati per fare copie a ricalco con la carta carbone, e non hanno nulla da invidiare ai pennini coperti della Parker 51, che all’epoca ne era la principale concorrente.
Ma anche se poco comuni, la Sheaffer ha sempre mantenuto una produzione di pennini flessibili, che però risultano molto più rari. Quello dell’esemplare esaminato è uno di questi ed infatti le ali sono lunghe e sottili, ed anche se non si arriva ai livelli dei flessibili degli anni ’20 si ottengono delle gradevolissime variazioni di tratto, illustrante nell’esempio precedente.
La penna è lunga e sottile e pesando una ventina di grammi è molto leggera, nonostante il serbatoio sia abbastanza piccolo il pennino fine unito ad un sistema di caricamento molto efficace nel comprimere il sacchetto comportano una autonomia notevole. Le linee sono le classiche forme affusolate usate dall’azienda fin dal 1929, quando fu la prima a introdurle in un mondo di penne cilindriche con la Balance.
Sul piano della scrittura la penna ha un flusso controllato e preciso, perfettamente adeguato ad una scrittura fine, ed un’ottima scorrevolezza. Nonostante abbia più di 50 anni può essere utilizzata senza nessun problema, ed ancora oggi risulta l’unica alternativa disponibile al caricamento a cartuccia per evitare di sporcare il pennino di inchiostro e doverlo ripulire.
Scritto il 26 Dicembre, 2012 | da piccardi | 2 Comments
Benché mi possa senz’altro considerare fra coloro che hanno un notevole apprezzamento per la TWSBI, per l’ottimo lavoro fatto con la Diamond 540 (recensita qui), quando la Diamond 700 uscì sul mercato alcuni mesi fa, la penna non mi convinse fino in fondo.
Dal punto di vista estetico infatti le penne trasparenti colorate non mi han mai convinto molto dato che il colore rende inutile il principale vantaggio di queste penne, quello di poter usare un inchiostro colorato per variare l’aspetto della penna. Inoltre il forte gradino fra corpo e sezione presente sulla penna rende le linee della penna, almeno per i miei gusti, meno gradevoli rispetto a quelle delle 540. L’uscita della nuova versione completamente trasparente, che rimuove quello che per me era il principale difetto estetico, però mi ha portato a riprendere in esame questo modello.
Si tratta come per le versioni colorate di una penna con caricamento a siringa rovesciata, e si discosta quindi dalla scelta dello stantuffo operata sulla 540. Questo è uno dei dei sistemi caricamento più avanzati, che consente una capacità di inchiostro superiore a qualunque altro, ma richiede anche una costruzione di alta qualità perché la perfetta tenuta delle guarnizioni è essenziale al suo funzionamento.
La penna infatti mantiene una quantità di inchiostro davvero enorme, che può essere apprezzata dalle foto a fianco. Il caricamento si presenta come estremamente funzionale (la penna si carica estraendo il pistone e premendolo in basso a pennino immerso nella boccetta di inchiostro) e la qualità di realizzazione dello stesso è ineccepibile.
La guarnizione, anche se solo un uso prolungato potrà darne conferma definitiva, si presenta come estremamente robusta, lo scorrimento del pistone è molto dolce e l’avvitatura del fondello in posizione di riposo è precisa. Nonostante il corpo sia in questo caso rotondo (le sfaccettature stavolta sono sul cappuccio) il fondello, anch’esso sfaccettato, svolge egregiamente il compito di impedire il rotolamento accidentale della penna dal tavolo.
Dal punto di vista costruttivo non si può fare davvero nessun appunto alla TWSBI, la penna è realizzata con una grande cura ed attenzione ai particolari, nonostante si tratti di un modello relativamente economico, ed il prezzo è solo leggermente più alto rispetto alla 540. Il materiale è il solito, robustissimo, policarbonato, la lavorazione è a mio avviso impeccabile. Le finiture metalliche cromate sono ottime, accurata la satinatura del fermaglio.
La penna monta il nuovo pennino Jowo, l’esemplare provato era equipaggiato con un F, che, complice una alimentazione piuttosto generosa è risultato fornire un tratto abbastanza ampio (da F europeo, per intendersi).
La scorrevolezza però, complice anche il flusso, si è dimostrata buonissima, migliore (ma qui gioca anche la differenza di spessore del pennino) rispetto alla 540 provata in precedenza. Nessun salto ed una erogazione sempre pronta e continua, come si può evincere dalle prove di scrittura sottostanti.
Per quanto di flusso abbondante, ed assolutamente rigido, il pennino è assolutamente gradevole nell’uso e la penna è perfettamente bilanciata nell’uso senza cappuccio. Quest’ultimo, complice il bordo metallico ed il fermaglio è alquanto pesante e se posto sul retro della penna la squilibra un po’. Occorre comunque sottolineare che date le dimensioni della penna (molto grande, dell’ordine per fare un confronto, di quelle di una Pelikan 1000), l’aggiunta del cappuccio è assolutamente inutile.
Una nota a parte è da porre riguardo all’autonomia. Come avviene per la Pilot 823 la penna richiede che si sviti il fondello durante la scrittura dato che a penna chiusa solo una piccola frazione di inchiostro resta disponibile, quella fra la testa del pistone ed il gruppo pennino. Questo comporta che se ci si dimentica di eseguire l’operazione, o si preferisce evitare la svitatura per avere il fondello ben chiuso, l’autonomia di scrittura può risultare molto limitata nonostante l’enorme quantità di inchiostro disponibile.
Questo era stato segnalato come uno dei maggiori problemi della penna, difficile dire se sia stato davvero risolto, ma avendo mantenuto il fondello completamente chiuso ho proseguito a scrivere riempiendo un paio di fogli come il precedente senza fermarmi, senza nessun problema di esaurimento nonostante il flusso abbondante (e senza nessun salto nonostante la rapidità della scrittura.
Riassumo ancora una volta con il consueto rituale dei voti aggiungendo la doverosa sottolineatura di come questi siano alquanto soggettivi, in particolare quello relativo all’aspetto, che dipendendendo dai miei gusti personali può essere totalmente ignorato:
Per concludere si tratta di una penna validissima che nonostante non mi piaccia troppo sul piano estetico, è comunque dotata di sistema di caricamento veramente ben fatto, realizzata con una qualità costruttiva ineccepibile (cui la TWSBI pare attenersi per ogni modello), e nonostante questo il prezzo resta assolutamente contenuto. Assolutamente consigliata a chiunque abbia gusti diversi dai miei in fatto di forme e voglia provare un sistema di caricamento diverso dal solito ad un prezzo abbordabile.
Si ringraziano gli amici della Casa della Stilografica, oltre che per la solita disponibilità e gentilezza, per aver fornito le fotografie usate nell’articolo e dato una mano nella scansione dei test di scrittura.
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported.