



Scritto il 30 Marzo, 2015 | da piccardi | No Comments
Qualche foto del Pen Show di Firenze, putroppo stavolta, forse anche per i contrasti di luce della bella giornata e la scarsa attenzione posta dal fotografo, non sono venute un gran che.
Un bel Pen Show, con una partecipazione notevole sia di pubblico che di espositori nonostante un paio di forfait dell’ultimo minuto per motivi di salute.
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Scritto il 23 Marzo, 2015 | da piccardi | No Comments
Ancora una volta il Pen Show di Colonia si dimostra uno dei principali in Europa, oltre 40 espositori e oltre 300 visitatori. Tante chiacchiere e soprattutto tante penne, e qualche foto:
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Scritto il 22 Febbraio, 2015 | da piccardi | No Comments
Un bel pen show, con un sacco di penne e molto partecipato. Per ora qualche foto.
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Scritto il 14 Dicembre, 2014 | da piccardi | No Comments
La Custom Heritage 912 è uno dei modelli di fascia medio alta della Pilot, una penna di dimensioni medio/grandi, in resina plastica di ottima qualità, con caricamento a cartuccia/converter.
Sulla penna in sé c’è poco da dire, la qualità della lavorazione è nello standard della Pilot, cioè ineccepibile sotto tutti i punti di vista. Lo stile, con linee affusolate ed estremità piatte, si pone come intermedio fra “flat-top” di penne come la Custom 74, o l’affusolato ogivale di penne come la Custom 823. Non è che mi piaccia più di tanto (ovviamente è questione di gusti), ma resta comunque una linea sobria ed elegante, perfettamente adatta a chi gradisce uno stile “classico”.
Ma questa recensione non riguarda tanto la penna, quanto i pennini con cui può essere equipaggiata, che si ritrovano anche su altre penne dell’azienda (tutte quelle che montano la misura 10, come ad esempio la Custom 742) che presentano, al di là delle classiche misure fine (F), medio (M) e largo (B), alcune varianti speciali, di grande interesse.
Fra questi sono particolarmente interessanti due che si possono classificare come gli estremi contrapposti, l’estralargo C (Coarse) che si può tranquillamente equiparare ad un BBB antico, ed il PO (Posting) che invece è un extrafine di precisione spaventosa. Oltre a questi ho potuto provare il WA (Wavily) un fine con una leggera variazione di tratto sull’inclinazione verticale, ed il FA (Falcon), un flessibile analogo a quello montato sulla penna omonima.
Iniziando con i primi due, si può dire che tratta in ambo i casi di due pennini scorrevolissimi (ovviamente il PO meno del C, se non si usa carta particolarmente liscia, a causa delle sue caratteristiche di finezza), con un flusso adeguato (che con il C significa però dover contare su abbondanti scorte di inchiostro, visto l’abbondanza del tratto). Entrambi sono rigidi, cosa ancor più evidente con il PO che nella prova precedente non ha dato segni di variazione del tratto pur premendo come un dann … ehm in maniera consistente.
Personalmente, non amando i tratti ampi, posso dire che trovo il C veramente esagerato; però in questo caso, essendo quello lo scopo per cui è nato, è un fatto da considerare come caratteristica totalmente positiva. Il tratto è tranquillamente sopra il mm di spessore, costante. Il pennino infatti non è, per scelta, un tagliato, ed impressiona anche per questa caratteristica.
Il PO ha una precisione di scrittura spaventosa (il testo piccolo nella prova è sotto il mm di altezza) unita ad una scorrevolezza davvero notevole, considerando la dimensione così sottile della punta. Molto positivo anche per la caratteristica di avere un flusso ben regolato che consente di sfruttarne fino in fondo la finezza, senza allargare il tratto per un eccesso di inchiostro (nel caso un Herbin Perle Noir).
Il terzo pennino preso in esame è il WA (Wavily), caratterizzato, grazie ad una punta curvata verso l’alto, da una variazione di tratto nell’inclinazione verticale, come illustrato nel test di scrittura. Più fine se usato in verticale, più largo inclinando la penna verso il basso. Personalmente trovo la variazione alquanto limitata e scomoda da ottenere, però il pennino si dimostra estremamente scorrevole e la scrittura molto gradevole.
Infine l’ultimo, e quello potenzialmente più interessante, è il Falcon (FA) che si dimostra un vero flessibile, fra i moderni in assoluto il migliore, sul piano della flessibilità, di tutti quelli che mi sia capitato di provare. Il pennino è infatti molto elastico, ha un ottimo ritorno ed arriva ben oltre il mm di larghezza senza uscire dall’intervallo di flessibilità.
Se le cose si fermassero qui, considerato che è anche fine, e molto fine se tenuto verticale e scrivendo molto leggero, (ma in tal caso diventa estremamente scomodo sfruttare la flessibilità) sarebbe da 10 e lode. Purtroppo, come si evidenzia nelle prove, appena si prova ad andare oltre il mm di spessore, diventa molto facile ottenere il ben noto “effetto binario”.
Il problema, che si manifesta anche a pennino appena intinto (e non è quindi un problema di mancanza di afflusso di inchiostro dal serbatoio) evidenzia una insufficienza proprio dell’alimentatore stesso, che non riesce a gestire il flusso per un apporto di inchiostro sufficiente quando si vuole sfruttare fino in fondo le caratteristiche del pennino.
In questo caso non mi esprimo nel rituale dei voti sulla penna, che avrebbero poco senso perché l’attenzione delle prove era rivolte ai pennini e non alla penna in quanto tale. Per i primi due, anche se il C è quanto di più lontano ci possa essere dai miei gusti personali, non si può che dare un giudizio molto positivo, forniscono quello per cui sono progettati in maniera eccellente.
Mi lascia perplesso invece il WA, non perché non scriva bene, ma perché non ne vedo l’utilità, controllare la variazione di tratto variando l’inclinazione della penna è infatti abbastanza scomodo, e nell’uso naturale serve solo a rendere (nel caso specifico impercettibilmente visto che la differenza è minima) più sottile la parte terminale dei tratti diritti. Resta comunque un buon pennino scorrevole di gradazione medio/fine, ma di speciale alla fine ha ben poco.
Resto infine deluso dal Falcon, sul quale riponevo aspettative molto alte, che avrebbe potuto benissimo ripagare. Sia chiaro, se non si preme molto e ci si accontenta di una frazione della sua reale flessibilità, il problema del “railroading” diventa praticamente assente. Ma questo non lo pone più all’altezza dei concorrenti antichi, né al di sopra dei concorrenti moderni. Resta un ottimo pennino flessibile “a mezzo”, estremamente piacevole e scorrevole, ma il senso di incompiutezza purtroppo, almeno per me, prevale.
Si ringrazia Marco Moricci e la Casa della Stilografica per aver messo a disposizione le penne con i vari pennini per le prove, e la fotografia usata nella recensione.
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Scritto il 23 Novembre, 2014 | da piccardi | 2 Comments
Un po’ di foto, non molte purtroppo…
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Scritto il 17 Ottobre, 2014 | da piccardi | No Comments
Lo scorso sabato, 11 Ottobre, si è tenuto il secondo Pen Show autunnale di Torino, ed una sostanziosa delegazione toscana di iscritti del forum (ridottasi purtroppo per inconvenienti dell’ultimo minuto) ha fatto in modo di essere presente.
Ma ancora prima del Pen Show, la giornata è iniziata nel migliore dei modi con una visita al “magazzino” di Paolo (immediatamente ribattezzato come “antro delle meraviglie”) che ci ha mostrato anche qualche perla della sua collezione come questa meraviglia di Duplex De Luxe con matita e scatola originale:
Una Duplex con matita e confezione originale
E poi anche questa chicca, una delle primissime pubblicità del peggiore nemico della stilografica, la prima biro arrivata in Italia, realizzata su una originale retina semitrasparente:
Approfitto dell’occasione anche per ringraziarlo per l’ulteriore contributo da parte di zona900 in foglietti di istruzioni e pubblicità antiche che presto compariranno su FountainPen.it andando ad arricchire il già corposo archivio.
Come lo scorso anno il Pen Show si è tenuto nella bellissima sala del Circolo dei Lettori, messa a disposizione dalla Pro Loco di Torino (magari quella di Firenze fosse così large vedute). Si tratta di una sala del 1700 con splendidi stucchi e lampadari antichi, che costituisce una “location” bellissima e molto adatta ad un Pen Show.
Fortunatamente quest’anno, a differenza dello scorso, la partecipazione degli espositori è stata adeguata (una quindicina) con alcune presenze internazionali. Anzi una sola in realtà (Tom in Italia lo conto italiano) ma di grande rilievo: David Nishimura, apprezzatissimo (almeno da me) cultore della storia della stilografica, che si era portato dietro questa assoluta meraviglia:
Una Waterman N. 20, con rivestimento in argento filigree
Si tratta di una Waterman n.20, le cui dimensioni (20 cm circa) fanno paura anche alle pur enormi Namiki Emperor, per di più in versione con rivestimento filigree in argento, un esemplare più unico che raro. Molto interessanti comunque anche le altre penne esposte, con una netta predominanza delle marche locali, Aurora in primis.
Ma come sempre un Pen Show è soprattutto una grande occasione per incontrare altri appassionati, ed altri membri del forum che è sempre un gran piacere ritrovare di persona. Il tempo è così volato in chiacchiere e stavolta sono pure riuscito a trovare, fra tante penne italiane che la facevano da padrona, una Soennecken 510 da risistemare ad un prezzo onestissimo.
Alla fine abbiamo passato una bellissima giornata, fra chiacchiere e discussioni, e quest’anno si può senz’altro parlare di un bel successo della manifestazione, grazie alla maggiore partecipazione e ad un orario più ampio rispetto allo scorso anno.
Dopo una grandissima scorpacciata di penne, sarà davver un piacere tornare di nuovo l’anno prossimo, ma per concludere, come digestivo, un po’ di liquori, anch’essi appartenenti alla “dispensa” di Paolo.
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Scritto il 14 Ottobre, 2014 | da piccardi | No Comments
Un po’ di foto del Pen Show di Torino. Un resoconto, e dell’altro materiale, a breve.
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Scritto il 12 Ottobre, 2014 | da piccardi | No Comments
Il Pen Port (il Pen Show di Amburgo) si è tenuto come tutti gli anni il 3 Ottobre scorso presso il Museo del Lavoro (Museum der Arbeit) nel quartiere di Barnbeck, in coincidenza con la festa nazionale ed il grande mercatino delle pulci che occupa tutti gli spazi intorno al museo stesso.
Il Pen Show resta, per collocazione (il primo piano del museo, in mezzo ad antichi macchinari) e partecipazione uno dei più interessanti d’Europa e quello che, fra i vari che mi è capitato di frequentare, continuo a ritenere il più interessante.
Quest’anno però la presenza internazionale mi è parsa leggermente ridotta, così come quella degli espositori, ma si tratta sempre di numeri (una trentacinquina di banchi) che in Italia sono al momento irraggiungibili. Ho notato anche un leggero aumento dei prezzi (almeno per le penne di fascia bassa) anche se è sempre possibile fare dei buoni affari rovistando nelle scatole alla ricerca di qualche pezzo magari meno noto, ma comunque di ottima qualità.
La fanno come sempre da padrone le penne di casa, Pelikan e Montblanc in primis, quest’anno in maniera ancora più evidente, anche se è presente un buona scelta di americane, grazie anche ad alcuni espositori statunitensi che vengono tutti gli anni. Quasi totale invece il disinteresse per le penne italiane, presenti nel caso con un solo espositore.
Nel mio caso ho comunque avuto l’occasione di cercare (e trovare) qualche carta interessante, comprando qualche pubblicità che con calma, prima o poi, verrà pubblicata sul wiki. Ed anche un resto di una Swan molto malridotta che però mi potrà fare da donatrice del pennino per riportarne in vita un’altra in condizioni nettamente migliori.
Ma acquisti (scarsi comunque) a parte, l’occasione della visita di un Pen Show per me è soprattutto quella di incontrare altre persone, scambiare informazioni e trovarsi di fronte ad alcune penne che difficilmente si possono vedere altrove. Anche in questo caso l’occasione si è rivelata fruttuosa e ho potuto mettere le mani (sia pure solo per il tempo di fotografarle) su alcune penne di straordinario interesse.
La prima di queste penne è questa incredibile Maki-E mostratami da Frank. Si tratta di una Namiki Emperor (la versione enorme, quella che fra sembrare mignon una 149) realizzata in esemplare unico, una vera opera d’arte della cui magnificenza le mie scarse capacità fotografiche rendono solo una pallida idea.
Seguono alcuni pezzi unici Montblanc, per i quali devo un enorme grazie a Max che mi ha permesso di fotografarli; altri il primo è una “demonstrator” 139 da lui ricostruita da parti originali degli anni ’30:
Il secondo è questo prototipo di matita meccanica, originale degli anni ’30, in celluloide nera con righe bianche. Una celluloide splendida, che l’azienda però non ha mai messo in produzione, preferendo restare per le sue penne di fascia più alta, con classico, ma piuttosto funereo, nero.
Il terzo è questa 10 in ebanite rossa, un colore magnifico per una penna altrettanto rara, che trovo bellissima nonostante non apprezzi particolarmente le rientranti:
Infine per concludere in bellezza, un’altra serie di penne particolarmente interessanti, specie per un fiorentino come me: alcune Tibaldi messe a disposizione da Emmanuel, le stesse che compaiono sul libro di Letizia Jacopini, fra cui spicca questa fantastica flat-top in ebanite gialla e verde. Presumibilmente un prototipo, visto che è l’unica di cui si conosce l’esistenza.
Ma insieme a quella Emmanuel aveva qualche altro piccolo capolavoro Tibaldi, che rende idea della qualità della celluloide usata dall’azienda per le sue penne e della qualità dei suoi prodotti:
Certo può sembrare strano andare ad Amburgo per trovare dei capolavori di una azienda di Firenze, ma anche questo è uno dei casi che si possono incontrare girando per Pen Show.
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Scritto il 8 Ottobre, 2014 | da piccardi | No Comments
Un po’ di foto dal Pen Show di Amburgo dello scorso 3 Ottobre. Un resoconto più dettagliato a breve.
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Scritto il 19 Maggio, 2014 | da piccardi | No Comments
Il Pen Show è stato molto intenso, ma qualche foto almeno nelle fasi più calme, sono riuscito a prenderla…
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