Resoconto Pen Port 2014
Scritto il 12 Ottobre, 2014 | da piccardi | No Comments
Il Pen Port (il Pen Show di Amburgo) si è tenuto come tutti gli anni il 3 Ottobre scorso presso il Museo del Lavoro (Museum der Arbeit) nel quartiere di Barnbeck, in coincidenza con la festa nazionale ed il grande mercatino delle pulci che occupa tutti gli spazi intorno al museo stesso.
Il Pen Show resta, per collocazione (il primo piano del museo, in mezzo ad antichi macchinari) e partecipazione uno dei più interessanti d’Europa e quello che, fra i vari che mi è capitato di frequentare, continuo a ritenere il più interessante.
Quest’anno però la presenza internazionale mi è parsa leggermente ridotta, così come quella degli espositori, ma si tratta sempre di numeri (una trentacinquina di banchi) che in Italia sono al momento irraggiungibili. Ho notato anche un leggero aumento dei prezzi (almeno per le penne di fascia bassa) anche se è sempre possibile fare dei buoni affari rovistando nelle scatole alla ricerca di qualche pezzo magari meno noto, ma comunque di ottima qualità.
La fanno come sempre da padrone le penne di casa, Pelikan e Montblanc in primis, quest’anno in maniera ancora più evidente, anche se è presente un buona scelta di americane, grazie anche ad alcuni espositori statunitensi che vengono tutti gli anni. Quasi totale invece il disinteresse per le penne italiane, presenti nel caso con un solo espositore.
Nel mio caso ho comunque avuto l’occasione di cercare (e trovare) qualche carta interessante, comprando qualche pubblicità che con calma, prima o poi, verrà pubblicata sul wiki. Ed anche un resto di una Swan molto malridotta che però mi potrà fare da donatrice del pennino per riportarne in vita un’altra in condizioni nettamente migliori.
Ma acquisti (scarsi comunque) a parte, l’occasione della visita di un Pen Show per me è soprattutto quella di incontrare altre persone, scambiare informazioni e trovarsi di fronte ad alcune penne che difficilmente si possono vedere altrove. Anche in questo caso l’occasione si è rivelata fruttuosa e ho potuto mettere le mani (sia pure solo per il tempo di fotografarle) su alcune penne di straordinario interesse.
La prima di queste penne è questa incredibile Maki-E mostratami da Frank. Si tratta di una Namiki Emperor (la versione enorme, quella che fra sembrare mignon una 149) realizzata in esemplare unico, una vera opera d’arte della cui magnificenza le mie scarse capacità fotografiche rendono solo una pallida idea.
Seguono alcuni pezzi unici Montblanc, per i quali devo un enorme grazie a Max che mi ha permesso di fotografarli; altri il primo è una “demonstrator” 139 da lui ricostruita da parti originali degli anni ’30:
Il secondo è questo prototipo di matita meccanica, originale degli anni ’30, in celluloide nera con righe bianche. Una celluloide splendida, che l’azienda però non ha mai messo in produzione, preferendo restare per le sue penne di fascia più alta, con classico, ma piuttosto funereo, nero.
Il terzo è questa 10 in ebanite rossa, un colore magnifico per una penna altrettanto rara, che trovo bellissima nonostante non apprezzi particolarmente le rientranti:
Infine per concludere in bellezza, un’altra serie di penne particolarmente interessanti, specie per un fiorentino come me: alcune Tibaldi messe a disposizione da Emmanuel, le stesse che compaiono sul libro di Letizia Jacopini, fra cui spicca questa fantastica flat-top in ebanite gialla e verde. Presumibilmente un prototipo, visto che è l’unica di cui si conosce l’esistenza.
Ma insieme a quella Emmanuel aveva qualche altro piccolo capolavoro Tibaldi, che rende idea della qualità della celluloide usata dall’azienda per le sue penne e della qualità dei suoi prodotti:
Certo può sembrare strano andare ad Amburgo per trovare dei capolavori di una azienda di Firenze, ma anche questo è uno dei casi che si possono incontrare girando per Pen Show.
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