Penciclopedia

Se la penna vi interessa più della spada

Nuovo o antico

Scritto il 3 Agosto, 2010 | da | No Comments

Una riedizione moderna della Duofold

Quella della preferenza fra il nuovo e l’antico è una delle diatribe più comuni fra i collezionisti di stilografiche, anche se in realtà i veri collezionisti sono solo quelli di penne antiche…

Con questo incipit fin troppo tranciante (ed un pochino esagerato) penso di aver dichiarato fin troppo chiaramente quale sia la mia personale preferenza, quello che vorrei fare è provare un po’ a motivarla.

La prima ragione che mi porta a preferire l’antico è che le stilografiche d’epoca sono gli originali, mentre le moderne  sono molto spesso solo delle copie o delle riproposizioni di modelli già visti. E anche se le versioni moderne sono molto più rifinite e “abbellite” rispetto alle versioni a cui si ispirano, nel confronto diretto, come si può vedere nell’esempio delle due versioni di Duofold riportate nelle foto allegate, non c’è dubbio su a chi vada la vittoria (almeno per me…).

Una Duofold in celluloide degli anni '20

La seconda ragione è la personalità. Per me il maggiore problema con le stilografiche odierne è che ormai tutte sono (quando costruite decentemente, cosa che purtroppo non è affatto scontata) degli oggetti perfettamente funzionanti ma sul piano dello stile o sono delle sbiadite riproduzioni di vecchie glorie, o restano per lo più modelli sostanzialmente anonimi, e che si differenziano alla fine quasi soltanto per gli investimenti in marketing. Inoltre in termini di funzionamento fra una V-Pen Pilot da (a esagerare) 5 euro ed una Montblanc da 500 non ho mai riscontrato differenze significative. Nelle stilografiche antiche le differenze invece sono spesso evidenti, ed ha un altro fascino avere a che fare con una penna che quando è uscita ha segnato la nascita di un nuovo stile o di una innovazione tecnica.

La terza ragione sono i pennini. Le penne moderne hanno tutte invariabilmente pennini rigidi, questo capita anche sulle antiche, ma non su tutte. Certo i pennini attuali scrivono bene, sono efficienti e scorrevoli (almeno quelli medi, sui fini già è un discorso diverso). Ma chi ha provato almeno una volta un pennino flessibile non può che trovarli … “rigidi” appunto! La variazione del tratto, la pennellabilità, la adattabilità di un pennino flessibile, o anche solo mediamente flessibile,  alle variazione della scrittura sono assolutamente introvabili in una penna moderna.

Ed infine … la storia. Una penna d’epoca porta con se la storia degli anni che ha visto, delle persone che l’hanno usata, delle innovazioni che l’anno preceduta o che lei stessa ha introdotto. Oggi una penna ben difficilmente può introdurre qualcosa di nuovo, può essere bella, di stile particolare, ma le novità artificiali (come l’uso di qualche materiale strano o pregiato) messe solo per distinguersi da una concorrenza che si basa sull’immagine, non han niente da spartire con quelle introdotte per una ragione specifica.

La sfida più difficile, almeno per me, oggi resta quella di trovare una penna nuova di cui fra qualche anno possa dire, appunto, che “ha fatto storia”.

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