Sailor Professional Gear, pennino “Concorde”
Scritto il 15 Ottobre, 2012 | da piccardi | No Comments
In questa recensione più che di una penna parleremo, dato che questo può essere montato anche su altri modelli, di un pennino molto particolare. Il suo nomignolo, “Concorde” (il nome esatto sarebbe Naginata Concord) deriva dalla particolare forma della punta, piegata come quella del noto aereo.
In effetti a guardarlo la prima impressione è di un pennino che ha subito un clamoroso urto di punta, tant’è vero che la commessa della Casa della Stilografica (dove ho fatto le prove) non si capacitava di come aveva fatto a fare il danno e aveva concluso che il tutto era difettoso in origine e doveva essere rispedito indietro…
Sulle caratteristiche delle Sailor c’è poco da dire, le penne non avranno uno stile originale o innovativo, ma la qualità costruttiva è ineccepibile. Nel caso il pennino era montato su una Professional Gear Large nera, come quella illustrata a fianco. Si tratta di una penna con caricamento a cartuccia/converter, di dimensioni generose e finiture eccellenti.
La differenza però in questo caso la fa il pennino, ed è una differenza notevole. Occorre però premettere che si tratta di un pennino per un uso molto particolare, che per la scrittura ordinaria rischia di essere alquanto scomodo. Se infatti si intende usarlo per scrivere normalmente, dalla parte diritta, data l’angolatura dello stesso la penna deve essere tenuta molto bassa, in una posizione non molto comoda.
Ma quello che rende il pennino davvero incredibile è la modalità di scrittura sul lato rovescio, dove tutta l’area piegata può essere usata per scrivere. I risultati si possono vedere nei test di scrittura allegati. Un tratto di queste dimensioni non si ottiene neanche con un BBB. E nonostante la grande superficie di appoggio la scorrevolezza del pennino è incredibile, addirittura superiore a quella sul lato diritto. Altrettanto valido il flusso che consente di esaltare gli effetti di ombreggiatura (il cosiddetto shading) di qualunque inchiostro, anche dell’ordinario Quink nero usato nei test.
La cosa più interessante è che poi, variando l’inclinazione della penna, si possono ottenere delle notevoli variazioni di tratto. E sempre, qualunque fosse l’inclinazione, il flusso si è dimostrato eccellente e senza incertezze e la scorrevolezza assoluta. Certo occorre prenderci mano se lo si vuole usare per variare gli spessori di scrittura in maniera armoniosa, ma anche un completo inesperto come me è riuscito ad ottenere degli effetti apprezzabili.
In conclusione si tratta di un pennino molto particolare, la cui produzione è probabilmente mirata a chi si diletta di calligrafia, e con il quale si può tranquillamente sostituire i pennarelloni con cui si scrivono i manifesti, anche se forse poco adatto all’uso quotidiano (non mi ci vedo a prendere appunti in quelle dimensioni, dovrei usare dei poster, non dei fogli). Indipendentemente da questo però si è dimostrato davvero divertente nell’uso, oltre che incredibile sul piano tecnico. Sarei davvero curioso di vedere cosa potrebbe tirarci fuori un esperto di calligrafia.
Stavolta salto il rituale dei voti, che avrebbe poco senso, ma mantengo quello dei ringraziamenti, a Marco ed agli amici della Casa della Stilografica, che mi han messo a disposizione penna, inchiostri e carta, oltre che le foto dal sito.
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