Recensione Nettuno Docet
Scritto il 12 Maggio, 2012 | da piccardi | No Comments
In occasione del (presunto) centesimo anniversario della Nettuno, la Aurora ha prodotto una ri-edizione speciale limitata di un modello storico di questa azienda, la Docet. Mettendo da parte tutti i dubbi (alquanto seri) sulla attendibilità del centenario (scarsa dato che Letizia Jacopini riporta nel suo libro che l’azienda risulta fondata, nei documenti della Camera di Commercio di Bologna, nel 1916), la Docet si va ad iscrivere in quella lista, assai corta peraltro, di riedizioni fatte con cura e con attenzione al mantenere lo stile e le caratteristiche del modello originale.
Per questo, anche se trovo antipatica la consuetidine di attribuirsi un’età maggiore di quella effettiva, e non apprezzo le edizioni limitate, tenuto conto che difficilmente festeggeranno il centenario nel 2016, quando forse sarebbe più corretto dal punto di vista storico, ho comunque deciso di recensire la penna.
Il materiale della penna è una resina plastica che imita i colori delle celluloidi antiche. Il materiale ha una ottima consistenza è leggero ma da una buona impressione di solidità. I colori, 4, per ciascuno dei quali sono stati prodotti 100 esemplari, sono molto belli. Anche se si tratta di una variante della attuale versione della Aurora 88 la penna riprende in maniera abbastanza fedele le linee originali, e presenta una linea semplice ed elegante senza inutili orpelli.
Il caricamento è il classico stantuffo, con il meccanismo della riserva magica creato dall’Aurora nel 1963 ed una finestrella trasparente per la visualizzazione del livello di inchiostro. Le finiture sono accuratissime e la qualità costruttiva della penna è ineccepibile.
La penna è dotata di un pennino in oro a 14 carati marchiato Nettuno, in oro bianco per le versioni Grigie e Bordeaux, disponibile nelle misure F, M e B. La versione che ho provato era equipaggiata con un pennino M risultato estremamente scorrevole, aiutato in questo da un flusso fin troppo abbondante che rende il tratto equivalente a quello di un broad di altre marche. Rimpiango di non aver potuto provare un F, ma a giudicare dal flusso non sarei comunque stato molto soddisfatto, la mia preferenza per i fini in questo caso viene a scontrarsi con l’eccessiva abbondanza del flusso.
La scrittura comunque è risultata gradevole nonostante lo spessore che per i miei gusti è davvero troppo ampio ed un pennino assolutamente rigido. Però è molto facile ottenere una grande scorrevolezza aumentando il flusso di inchiostro, e per le mie preferenze inizio a considerare tutto questo come uno stratagemma un po’ troppo semplice a spese dell’utente (ad esempio in termini di quantità di inchiostro che dovrà consumare…) rispetto a chi riesce ad ottenere gli stessi risultati con un flusso meno abbondante.
Riassumendo la valutazione in voti, al solito indicativi delle preferenze e gusti personali del recensore (specie quelli relativi al flusso di inchiostro):
- aspetto: 8.5 (linea semplice, finiture e lavorazione di qualità assoluta)
- scrittura: 7.5 (iperscorrevole, ma il flusso è davvero eccessivo)
- sistema di caricamento: 9.0 (il classico stantuffo e la riserva magica)
- qualità/prezzo: 8.0 (buono nonostante sia una edizione limitata)
In definitiva si tratta di una penna certo economica, ma di grandissima qualità costruttiva, con una linea classica e gradevole e comunque con un prezzo inferiore alla media delle edizioni limitate che in genere si fanno pagare molto salata questa caratteristica. Ma se avesse avuto un flusso di inchiostro un pelino più equilibrato l’avrei gradita molto di più.
Come sempre si ringraziano gli amici della Casa della Stilografica per aver messo a disposizione l’esemplare della penna con cui sono state eseguite le prove di scrittura e per aver fornito le fotografie usate nell’articolo.
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