Un caricamento inusuale ed un brevetto perduto
Scritto il 1 Novembre, 2018 | da piccardi | No Comments
Lo scorso Pen Show di Roma, oltre che una occasione per reincontrare amici e altri appassionati, mi ha permesso di vedere una delle penne più interessanti che mi siano capitate fra le mani negli ultimi anni. Si tratta di una Gold Starry dotata di uno stranissimo, e mai visto prima, sistema di caricamento.
Grazie alla cortesia di Guglielmo Garlato, che me la ha messa a disposizione, e che ringrazio ancora per la disponibilità, ho potuto fotografarla. A prima vista sembrerebbe trattarsi di una rientrante:
Ma in realtà questo è solo quanto si ottiene ruotando la prima parte del fondello, l’ultima parte infatti si svita ed a quel punto la penna diventa con caricamento a pompa:
La produzione iniziale della Gold Starry è nota per essere stata fornita dalla Conway Stewart ma dal 1921 circa l’azienda si era resa indipendente con una produzione propria.
Per cercare di capire meglio la storia della penna ho provato a cercare il brevetto che viene citato nella stampigliatura, S.G.D.G (Sans Garantie Du Governement) N° 547169:
ma di questo non esiste traccia (o meglio esiste, ma fa riferimento ad un rubinetto per il gas, che non sembra molto attinente all’oggetto in questione).
Ma che il sistema sia stato impiegato, oltre che dalla penna stessa, è testimoniato anche dalla sua presenza sul numero di dicembre 1925 del periodico francese “La science et la vie“, che lo illustra a pagina 586 (si consulti questa pagina). Cosa che ci permette anche di dare una datazione di massima alla penna stessa.
Resta il mistero del brevetto scomparso, nonostante la sua indicazione sia esplicita. Fallita la ricerca più ovvia il passo successivo è stato provare ad usare l’unico altro frammento di informazione disponibile, “Gornell“. E il tentativo ha avuto successo, perché da una ricerca con questo nome, è saltato fuori un brevetto americano relativo ad un sistema di caricamento che pare assomigliare abbastanza a quello della penna.
Il numero però non ha nessuna attinenza, ma dal brevetto otteniamo il nome dell’inventore, Herbert Gornell, e cercando stavolta nel database europeo dei brevetti otteniamo il risultato voluto, il brevetto francese citato esiste davvero, non ero riuscito a trovarlo solo perché è stato sbagliato il numero stampigliato sulla penna, il brevetto infatti, che contiene anche l’immagine pubblicata sulla rivista, è il N° 574169.
Ma da questa ricerca si sono ottenute altre informazioni molto interessanti, in particolare degli altri brevetti di Gornell, compreso quello originale inglese (dato che questa era la nazionalità dell’inventore) da cui derivano quello francese e quello americano, ed altri due precedenti, uno dei quali porta una interessante coincidenza, è stato richiesto indicando come sede Hope Street 13, l’indirizzo di uno dei più significativi produttori inglesi, la Lang Pen Company.
Ovviamente non si può derivare da ciò nulla al riguardo di una relazione fra la Gold Starry e la Lang, dato che questo brevetto è molto più vecchio (di quasi quindici anni) e fa riferimento ad un indirizzo completamente diverso, per cui, considerata anche la citazione esplicita del nome dell’inventore, è ragionevole supporre che questa relazione possa non esserci affatto.
Resta però la coincindenza, ed il fatto che l’altro brevetto di Gornell trovato negli archivi è cointestato con Osmond Blythe Wade (e Wade è il cognome di uno dei fondatori della Lang) con una sede però in Paternoster Street, assai vicino (al 34) da quella iniziale della Conway Stewart (che era al 13). Alla fine un bell’incrocio di coincidenze.
Benché l’ipotesi comunque più probabile, allo stato attuale dei fatti accertati, sia appunto quella di semplici coincidenze, resta il fatto che se anche la Gold Starry a metà anni venti era ormai senz’altro un produttore francese, i legami con il mondo dei produttori inglesi, che ne avevano causato la nascita, continuavano a perdurare.
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