L’inventore della stilografica
Scritto il 7 Agosto, 2013 | da piccardi | 2 Comments
Il tema di chi sia l’inventore della penna stilografica è da sempre fonte di dispute, cui non è stato esente neanche un precedente articolo che ho dedicato all’argomento.
Gli americani tendono ad attribuirsi la creazione dell’oggetto, magari poi dividendosi fra i fautori dei primi produttori come Wirt, Waterman, Holland o Mabie Todd, citando vari precursori. Il brevetto americano più antico di penna a serbatoio pare comunque essere quello di M. Klein and Henry W. Wynne del 1867 al numero 68445.
In campo inglese si fa riferimento alle varie produzioni di penne a serbatoio fatte a Birmingham, considerata la patria dei pennini, a partire dalla realizzazione della produzioni industriale su vasta scala degli stessi che ebbe inizio intorno al 1830 con le attività di William Joseph Gillot, William Gillot, e James Stephen Perry.
Gli italiani invece tendono a fare riferimento alla penna disegnata da Leonardo da Vinci di cui è stata recentemente prodotta una riedizione, i tedeschi a una penna a serbatoio inventata da Daniel Schwenter descritta in una rivista del 1636. I francesi infine parlano del siphoide di Jean Beniot Mallat (del 1864) e di quello che è il primo brevetto noto riguardante una penna a serbatoio, ottenuto nel 1827 dallo studente rumeno Petrache Poenaru.
Il problema dei vari precursori, in particolare di quelli più antichi del 1800, è che si tratta in genere descrizioni abbastanza vaghe di oggetti che hanno assai poca attinenza a quello che oggi chiamiamo “penna stilografica”.
Fra tutti questi pretendenti quello che potrebbe aver più titolo, essendo supportato dalla presenza di un brevetto che ne dettaglia il funzionamento che per quanto ne so è il più antico fra quelli noti, è l’invenzione di Petrache Poenaru.
Il problema è che per capire quanto davvero la penna di Poenaru sia affine ad una stilografica come la si intende oggi, occorrerebbe poter leggere il brevetto, ma fino ad oggi di questo era nota solo una immagine a bassa risoluzione, che non consente la lettura del testo descrittivo, pubblicata su un sito rumeno che proclama di vendere la stessa invenzione attualizzata e quindi alquanto di parte nel proclamare la priorità della stessa.
Fino ad oggi appunto, infatti ieri sono riuscito a reperire le immagini originali del brevetto, ed a pubblicarle (adesso compare nella lista dei brevetti di FountainPen.it). La ricerca non è stata facile perché gli unici riferimenti erano la data, il 25 Maggio del 1827, un numero di brevetto, il 3208, ed il nome dell’inventore, Petrache Poenaru appunto. Solo che nell’archivio europeo dei brevetti il brevetto francese 3208 indica tutt’altro, non c’è niente in quella data riguardo le stilografiche e Petrache Poenaru non compare affatto.
Nel tentativo di cercare informazioni ho provato allora ad andare direttamente alla fonte francese, l’INPI (Institut National de la Propriété Industrielle), dove ho scoperto la presenza di un archivio storico dei brevetti francesi del 19° secolo, che comprende tutti i brevetti dal 1791 al 1900, molti dei quali non sono affatto presenti nel sito dell’EPO.
Ma anche qui la ricerca di Petrache Poenaru o del brevetto numero 3208 non ha dato alcun risultato. Come ultima spiaggia allora ho cercato tutti i brevetti del 1827 attinenti alla stilografica e… eccolo, un brevetto registrato il 25 Maggio 1827 a nome di Pierre Poyenar, per “Plume sans fin portative, s’alimentant d’encre d’elle même“. E’ bastato dare un’occhiata alle immagini per verificare che si trattava proprio del brevetto giusto, ed il nome infatti suona tanto come la francesizzazione di quello rumeno.
A questo punto mi son detto, dato che i brevetti sono pubblici, e che il sito fornisce un indirizzo di posta a cui chiedere, proviamo a sentire se mi fanno utilizzare le immagini (anche se l’applicazione web le fa vedere piuttosto male). Sono rimasto di sasso quando dopo neanche 5 minuti dall’invio della mia richiesta mi ha risposto il gentilissimo responsabile (Steeve Gallizia, che merita un ringraziamento pubblico), chiedendomi dettagli su quale brevetto era quello che mi interessava.
Per far la storia breve dopo un fitto scambio di email durato neanche un’ora mi è stato fornito uno zip con le scansioni originali in alta risoluzione e l’autorizzazione a riusarle a piacimento con la sola richiesta di citare la fonte da cui l’avevo ottenuta, gli archivi dell’INPI. Per chi fosse interessato anche in altre ricerche storiche (da quel po’ che ho visto ci sono un sacco di cose interessanti) il sito con la banca dati è http://bases-brevets19e.inpi.fr/.
Sempre grazie a Steeve ho inoltre appreso che il numero 3208, presente nella prima pagina del brevetto, è solo una numerazione interna fatta a suo tempo dall’amministrazione francese, dato che prima del 1844 i brevetti francesi non avevano nessun numero… Non c’è da stupirsi che le ricerche con quel numero fallissero.
Con un po’ di pazienza ho trasformato le immagini in un PDF di dimensione sufficientemente ridotta per la pubblicazione sul wiki, mantenendo un’ottima leggibilità. Il file è disponibile all’indirizzo:
http://www.fountainpen.it/File:Patent-FR-Poenaru.pdf
dove trovate anche la trascrizione del testo di descrizione (in francese, se qualcuno vuole tradurlo o rivederlo è il benvenuto).
Da quel po’ che posso capire nel mio arrugginito francese, l’invenzione è senz’altro originale, ma resta alquanto distante, almeno per la mia ottica, da quello che mi immagino quando penso ad una stilografica. Ma la pretesa di considerarla un serio precursore, ed il più antico per quanto riguarda il brevetto, è ben fondata, e l’idea principale, quella di usare una penna di oca o cigno come una sorta di cartuccia per l’inchiostro cui attaccare una punta scrivente è molto interessante.
Trovo però assai difficile che si possa considerare Petrache Poenaru (alias Pierre Poyenar) come l’inventore della stilografica; l’assunzione mi sembra un po’ esagerata. La sua era di certo una penna a serbatoio, ed in quel senso la pretesa è corretta, ma se tutto quello che basta è avere un serbatoio allora ci sono molte tracce precedenti di penne a serbatoio, risalenti fino all’ottavo secolo.
Di certo la sua invenzione viene prima di altre proposte analoghe e come precursore mi sembra molto più vicino al risultato finale di altre invenzioni successive. Ma altrettanto certamente è parecchio lontana da quello che io considero essere una stilografica (ad esempio non prevede un pennino fisso, e per alimentare la punta occorre strizzare il corpo).
La sua penna inoltre non ebbe, come gli altri precursori successivi, una gran diffusione, e non diventò mai uno strumento di scrittura di uso comune. Probabilmente nel 1827 un oggetto del genere risultava poco funzionale rispetto ad un semplice pennino da intizione e all’epoca il rapporto costi/benefici era svantaggioso e la necessità di avere una penna da portarsi in tasca non troppo rilevante nella vita di tutti i giorni. Senz’altro risultava assai più scomoda ed inaffidabile della classica matita. Forse Poenaru era troppo in avanti rispetto ai suoi tempi, senz’altro la sua figura è affascinante, ma da questo a qualificarsi come inventore della stilografica ce ne passa.
Personalmente pertanto resto dell’idea, già esposta nel precedente articolo, che non esista un singolo inventore che possa arrogarsi il merito di aver creato la stilografica, almeno non quella che io intendo come tale, ma che l’oggetto che oggi chiamiamo così sia nato da un flusso continuo di miglioramenti progressivi in cui non esiste un preciso punto di svolta. La penna di Poenaru per me resta un precursore, il fatto che sia il più antico e fra i più interessanti lo rende probabilmente il più titolato a qualificarsi come antenato della stilografica, ma la cosa finisce qui.
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Comments
2 Responses to “L’inventore della stilografica”
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Maggio 19th, 2015 @ 12:13
La persona che ha scritto questo articolo e chiaramente una anti rumeni… Si nota nelle parole una lieve rabbia…
Maggio 26th, 2015 @ 15:17
La persona che ha scritto il precedente commento è chiaramente poco incline all’uso delle capacità critiche. Dalle parole si nota una non lieve incomprensione di quel che c’è scritto nell’articolo.
Spero dipenda solo da una scarsa comprensione dell’italiano o degli argomenti storici trattati nell’articolo al riguardo dell’origine della stilografica, perché se c’è una cosa nei confronti della quale sono prevenuto davvero, è il nazionalismo stupido.