Le bande dell’Ancora
Scritto il 23 Dicembre, 2011 | da piccardi | 1 Comment
Una delle prime foto di una penna italiana che è stata inserita sul wiki di FountainPen.it grazie alla gentilezza di Roberto, è quella della Ancora mostrata di seguito. Si tratta di un modello risalente all’incirca agli anni ’20, realizzata in stile flat-top come gran parte degli altri modelli dei produttori italiani dello stesso periodo, che imitavano lo stile dei più famosi modelli americani, in questo caso la Duofold della Parker.
Sono noti vari modelli della Ancora in questo stile, ma quello che rende davvero particolare la penna mostrata è la bellissima banda traforata che decora il cappuccio, che aggiunge un tocco di stile italiano a quella che altrimenti sarebbe una semplice imitazione di un modello famoso di oltre oceano.
Mi è stato però riferito che secondo l’opinione di alcuni “grandi esperti” di stilografiche antiche detta banda risultasse essere una aggiunta posticcia, un rimaneggiamento a posteriori, insomma se non un falso, sicuramente una modifica non originale, messa lì per rimettere insieme un cappuccio danneggiato. Insomma la penna sarebbe stata una ricostruzione e non una produzione originale della Ancora.
L’ipotesi di per sé è tutt’altro che peregrina, dato che questo tipo di riparazioni sono state fatte, considerato che l’estremità del cappuccio è la parte più fragile di questo tipo di penne e che è abbastanza comune trovarlo con una crepatura. In genere però questo avviene con l’uso di bande cilindriche molto semplici, per cui l’ipotesi di aver usato una banda così complicata per una riparazione è meno probabile.
Ma a quanto mi è stato riferito per i suddetti esperti era evidente che la banda non potesse essere originale Ancora dato che le caratteristiche della sua lavorazione e lo stato del cappuccio testimoniavano esplicitamente il suo essere un’aggiunta posticcia per effettuare una riparazione. E questo nonostante alcuni collezionisti avessero affermato di averne viste di altre, cosa che quantomeno dovrebbe far prendere in esame la possibilità di una sua autenticità.
Con quanto illustrato finora, e visto che alla fine di ulteriori evidenze concrete non ne esistevano, tutto quello che si può affermare è che si tratta di diverse opinioni, e che sceglierne una poteva al più basarsi sulla maggiore o minore reputazione dei vari interlocutori o sul proprio istinto.
Ma come accennato allo scorso Pen Show di Bologna questa situazione è cambiata, e le affermazioni dei citati “esperti” han finito per rivelarsi assai poco fondate, anzi a questo punto possiamo senz’altro dire del tutto campate per aria.
Fra le penne esposte infatti c’era un’altra Ancora flat-top, mostrata nella foto di fianco, questa volta in celluloide verde, e dotata della stessa banda. Un colpo di fortuna ha voluto che anche Roberto fosse presente al Pen Show, ed avesse con se proprio l’Ancora della prima foto, è stato così possibile fugare ogni dubbio sul fatto che la sua penna non fosse la sola esistente con quella lavorazione.
Oltre alle varie foto che potete vedere anche nel resoconto fotografico del Pen Show pubblicato in precedenza, allego anche la seguente, presa da Tom con una macchina fotografica vera invece che con il mio scarso telefonino, che mostra in maniera evidente come le due penne abbiano esattamente la stessa banda traforata. Un esame ravvicinato del bordo della seconda penna, non riportabile in foto, mostrava che questo non aveva rotture.
A questo punto si potrebbe tentare di dire che due indizi non fanno una prova, ma francamente parlare di indizi di fronte a questo tipo di evidenza mi parrebbe voler nascondere la testa nella sabbia, ed il mai sufficientemente applicato criterio del rasoio di Occam tenderebbe a favorire la teoria che propone meno ipotesi, che è quella di trovarsi di fronte ad una lavorazione originale.
Alle due evidenze precedenti si aggiunge poi un ulteriore indizio emerso nelle chiacchiere fatte alla fine del Pen Show, nella forma di una terza Ancora, una rientrante laminata di epoca precedente, che presenta una lavorazione di nuovo molto simile.
a cui poi si aggiunge, a definitiva conferma che l’Ancora ha effettivamente prodotto delle bande con quella lavorazione, questa ulteriore laminata rientrante (ringrazio Fabio per la foto, ripresa da FountainPen.it), in cui le bande traforate sono esattamente le stesse. A questo punto sostenere che si tratterebbe di una banda non originale (però rifatta identica a quella di un modello precedente) mi parrebbe davvero un volersi arrampicare sugli specchi.
Purtroppo in Italia moltissime informazioni sui modelli storici sono andate perse, o sono ancora sommerse o nascoste nei cassetti dei collezionisti, ed è molto più serio, quando non ci sono documenti o evidenze fattuali, riconoscere apertamente l’impossibilità di arrivare ad una conclusione senza spacciare per certezze le proprie opinioni, visto che altrimenti anche se ci si considera degli esperti si finisce col prendere delle notevoli cantonate, con le relative figuracce.
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One Response to “Le bande dell’Ancora”
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Ottobre 19th, 2013 @ 23:52
Ad ulteriore conferma del fatto che le penne mostrate hanno delle verette traforate originali, un terzo esempio della stessa penna, dalla fantastica collezione di Armando Dabbene:
http://forum.fountainpen.it/viewtopic.php?f=46&t=2538&start=915#p71450